(F. Maccheroni) – Che cosa avremmo detto se un anno dopo il tristemente famoso lancio del motorino dalla Curva di San Siro i tifosi ne avessero lanciato un altro? E se i dirigenti dell’Inter avessero detto «non parliamo di motorini»? A Roma, a un anno dagli incidenti che hanno portato alla morte di un ragazzo, dopo mesi trascorsi a chiacchierare nei salotti, nelle tribune, delle tifoserie di Roma e Napoli, ci troviamo di fronte a un episodio che riaccende una pericolosissima miccia. E la Roma, con i suoi dirigenti che abbiamo visto sbracciarsi sguaiatamente per una vittoria (importante, certo) sul Napoli, deve aspettare una giornata per trovare una parola.
Detto che non è riuscita in un anno a trovare o proporre rimedi a una situazione insostenibile e dannosa anche per l’andamento del campionato (eventuali sanzioni, clima dannoso per chi scende in campo), ha fatto fatica a caldo anche a trovare parole degne di un qualsiasi club sportivo. La Roma ora chiede «l’impegno di tutte le parti» per il rispetto del dolore. Ci voleva un anno? Il rischio di una squalifica della Curva durante la volata per il secondo posto? E Pjanic che si rivolge polemicamente alle tribune dopo il gol? Altro silenzio da parte del club. Complimenti.