(F. Balzani) – Infame, assurdo, vergognoso. Sono stati usati diversi aggettivi per definire quello striscione apparso sabato in curva Sud contro la mamma di Ciro Esposito (“Che cosa triste, lucri sul funerale con libri e interviste”). Il senso però è unico: quello striscione è da condannare e chi l’ha esposto è da punire. Nelle 48 ore che hanno seguito il primo Roma-Napoli dalla sparatoria di Tor di Quinto la polemica è cresciuta a dismisura e – anche se non verrà esaudito il desiderio del legale della famiglia Esposito («Chiediamo 5 punti di penalizzazione per la Roma») – il rischio di una squalifica della curva resta molto alto visto che appena due mesi fa il settore fu chiuso parzialmente per due giornate in seguito agli incidenti nel derby.
Un provvedimento che – per colpa di qualcuno – penalizzerebbe di nuovo la Roma in un momento delicato della stagione anche se il ruolino di marcia “senza curva” nelle ultime 2 stagioni è positivo: 3 vittorie (Samp, Verona, Empoli in coppa Italia) e 2 pareggi (Inter e Empoli). Oggi arriverà la decisione del giudice sportivo (che potrebbe anche limitarsi a una multa salata) mentre il presidente della Figc Tavecchio ieri è stato chiaro: «Condanno fermamente l’accaduto del quale la Procura Federale si è già interessata. L’ignoranza e la violenza sono mali sociali che si estirpano con progetti comuni, di tutte le componenti sportive e politiche, oltre al contributo fondamentale dei media».
Domenica anche la Roma per bocca del presidente Pallotta aveva preso le distanze: «Come ripetutamente sostenuto la Roma ritiene che ogni episodio che porti alla perdita di una vita in concomitanza di una partita di calcio, come accaduto a Esposito, De Falchi, Sandri, Spagnolo, Raciti, Paparelli o ad altri, rappresenti una sconfitta dell’intera società civile, al di là delle appartenenze a squadre o gruppi di tifosi. È evidente che l’enorme dolore che ne consegue meriti il massimo ed incondizionato rispetto da parte di tutti e richieda l’impegno di tutte le parti affinché non si rinnovi, neanche in forma verbale, sugli spalti». Ci va giù duro anche Montella, napoletano col giallorosso nel cuore: «Lo striscione? L’ho visto ahimè, è qualcosa di innaturale, giusto prendere dei provvedimenti e non infliggere solo una multa, ci vorrebbe più responsabilità da parte di chi ne ha».