(F. Balzani) – Nuovi insulti, altre scritte sui muri e l’avvertimento: «Domenica noi della Sud saremo tutti fuori dello stadio». La guerra tra Pallotta e gli ultrà della Roma ormai è scoppiata e difficilmente una delle due parti farà un passo indietro. Il presidente, infatti, con le dichiarazioni di mercoledì su Twitter ha ribadito la sua posizione: «Voglio far fuori i violenti e i falsi tifosi». Dall’altra parte c’è la curva Sud (e non un minoranza di essa) che ieri tramite un comunicato ha diffuso sui social il seguente messaggio: «Domenica ore 13 tutti allo stadio fuori ai baretti per far sentire la nostra voce! Chiunque non si sentisse un fottuto idiota (riferimento alle parole di Pallotta, ndr) sarà il ben accetto! Avanti curva Sud».
Una manifestazione molto simile a quella andata in scena nel marzo 2014 prima di Roma-Inter. Anche quel giorno la curva era stata chiusa da Tosel. Stavolta oggetto della contestazione sarà proprio Pallotta e il clima si preannuncia caldissimo tanto che oggi si raduneranno i vertici del Gos (Gruppo operativo sicurezza) per stabilire tutte le misure da adottare dentro e fuori dello stadio. Nel frattempo continuano a comparire, in varie zone della città, altre scritte contro il presidente. L’ultima a Trastevere: Pallotta boia, firmato Curva Sud Roma. Dalla parte del presidente si è schierato il capo della Polizia Alessandro Pansa nel corso del convegno alla Sapienza sulla violenza nel calcio: «Gli ultrà sono molto simili alle associazioni criminali. Ci sono tifoserie violente che perseguono interessi personali, economici e fortemente identitari. Pallotta ha fatto bene a usare quelle parole. Anche i calciatori devono dire da che parte stare, se con la legalità o l’illegalità».
Poco dopo è intervenuto Garcia: «Quando sono arrivato in Italia sono rimasto sorpreso della pratica di dover registrare i biglietti con nome, cognome, data e luogo di nascita. Allora mi chiedo a che serve questa cosa se poi non siamo in grado attraverso la tv di sorveglianza di beccare chi fa casino allo stadio, di buttarlo fuori e vietargli di tornarci per tutta la sua vita?». Duro il commento della vedova Raciti: «Gli stadi andrebbero chiusi al pubblico». Chi non condivide le mosse di Pallotta è il presidente della Samp Ferrero: «Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Io avrei fatto il ricorso contro la squalifica e non avrei insultato i tifosi».