(C. Zunino) – Saranno presto chiuse le indagini preliminari per l’omicidio del giovane tifoso del Napoli ferito a Roma prima della finale di Coppa Italia del 3 maggio dello scorso anno e poi morto in ospedale 53 giorni dopo gli scontri. L’imputato è Daniele De Santis. In questo docuvideo, immagini mai viste degli incidenti, con le voci dei testimoni, i messsaggi fra gli agenti assaliti e il 113, il terrore dei tifosi chiusi nel bus.
Mastiffs, gli ultras del Napoli guidati da Gennaro De Tommaso, per tutti Genny La Carogna, erano intorno a Ciro Esposito quando Daniele De Santis – alle 18,19 di sabato 3 maggio 2014 – esplose quattro colpi di pistola con la Beretta 7,65, colpì a morte Ciro e ferì Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti. Solo separatamente parlano i Mastiffs, testimoni di quel pomeriggio. In branco mai. E così quando li incontriamo – separatamente – ai Quartieri spagnoli, a Spaccanapoli, in piazza Dante, raccontano: “De Santis non era a terra quando ha sparato. È caduto dopo aver esploso i primi colpi, ha fatto una torsione e si è spezzato la gamba. U’ chiattone indietreggiava veloce, quasi correva. Quando è inciampato non ha smesso di sparare… Era una furia. Si è fermato solo perché gli si è inceppata la pistola… Ci siamo avventati, lo abbiamo picchiato, ma lui aveva già colpito tre di noi, deliberatamente. Uno era Ciro… De Santis prendeva calci, colpi di ogni tipo. Raccattavamo pezzi di ferro per strada, glie li sbattevamo addosso, in faccia… Gridava che non sentiva nulla, continuava a sfidarci”.