(M.Monti) Un solo gol in campionato dal suo arrivo nella capitale; nessuna rete, invece, arrivata dai colpi del mercato invernale scelti da Walter Sabatini per il reparto offensivo. Si sta rivelando molto più ostica del previsto la prima stagione in giallorosso per Juan Manuel Iturbe che, complice lo scarso apporto dei compagni di reparto in fase realizzativa, comincia a far interrogare lo staff tecnico e dirigenziale di Trigoria per quanto riguarda la sua permanenza a Roma nel prossimo futuro. Lui, intanto, dà i primi segnali di insofferenza.
Era il 7 novembre scorso quando l’attaccante argentino ex Verona, in uno slancio di umiltà, fece mea culpa sull’approccio non proprio determinante nella squadra di Garcia: “Per ora sono ancora una pippa”, diceva alla radio ufficiale del club romanista. Da lì in poi nessun gol in Serie A, una serie di infortuni muscolari che hanno ritardato la piena assimilazione dei movimenti e dettami tattici richiesti dall’allenatore e un continuo senso di frustrazione nel non essere riuscito a ripagare il cospicuo investimento economico fatto dalla società nella scorsa estate. Anche per questo, nello spogliatoio dell’Olimpico al termine dell’ennesimo pareggio stagionale contro l’Atalanta, Iturbe ha dato vita ad una reazione al limite dell’isterico, frutto del rammarico per l’ulteriore match point mancato agli occhi di quei tifosi che ora – rispetto all’euforia con cui ne accompagnarono l’arrivo in giallorosso – cominciano a pensare che possa essere “sacrificabile” al fine di vedere in squadra un attaccante in grado di contribuire, davvero, a suon di gol.
Certamente tutto sarebbe stato ridimensionato qualora i compagni di reparto di Iturbe avessero aiutato la squadra con reti, assist e giocate. Invece, anche gli ultimi arrivati Ibarbo e Doumbia si sono rivelati poco utili alla causa: Walter Sabatini – dopo il confronto con i tifosi a Trigoria dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia – chiese di pazientare un altro mese prima di esprimere un giudizio definitivo. Mese che è passato senza che nessun elemento potesse contribuire ad invertire le statistiche e, con queste, un atteggiamento meno colpevolista dall’ambiente tutto: Doumbia ha recuperato – grazie all’ausilio di un osteopata a sua completa disposizione – dai problemi alla schiena che lo hanno bloccato al suo arrivo in Italia. La condizione atletica è in una “fase soddisfacente” secondo lo staff medico e tecnico romanista; l’attitudine a trovare la porta che lo aveva presentato (a detta di Sabatini stesso) come un goleador, invece, continua a recitare il numero ‘0’ sotto la casella di ogni sua statistica.
A Trigoria si è esercitato per l’intera seduta con il resto dei compagni: la squadra – dopo il consueto riscaldamento – ha svolto un lavoro mirato al possesso palla, per poi passare alla partitella e alle finalizzazioni. Ancora a parte Gervinho (che dovrebbe farcela per la trasferta contro l’Inter del 25 aprile); solo personalizzato per Pjanic: per il bosniaco pesano i problemi alla caviglia che potrebbero impedirgli non solo di essere a disposizione nel match di San Siro, ma anche di restare lontano dei campi per il tempo necessario alla sua piena riabilitazione. Sempre che questa non arrivi a stagione finita, quando sarà il mercato a tentare di dare la scossa alla difficile situazione di casa Roma.