Nel giorno del suo compleanno, la Roma ha pubblicato sulla propria pagina Facebook, il “Draw My Life” di Miralem Pjanic che ripercorre tutte le fasi della vita del centrocampista bosniaco in versione “disegnata”.
“Quando avevo solo 2 anni la guerra ha sconvolto il mio paese e ho dovuto abbandonare con tutta la mia famiglia i miei affetti, i miei amici e la mia casa, in Lussemburgo ho iniziato la mia nuova vita. Mio padre era un calciatore ma per permettere alla mia famiglia di vivere iniziò a lavorare come operaio. Fu lui a trasmettermi la passione per il calcio, in un certo senso a scoprirla: mi sorprese una mattina, all’alba, mentre palleggiavo in garage. Pensava fossi un ladro! Da piccolo non mi separavo mai dal mio pallone, lo tenevo sempre in braccio o tra i piedi, ero sempre fuori con gli amici. Ma la scuola è sempre stata importante per me, ho sempre studiato tanto da piccolo. Pensate che ora parlo 6 lingue”.
“A 6 anni sono andato a giocare per la Schifflange ’95, una squadra della prima divisione lussemburghese. Mi dicevano che avevano delle qualità incredibili, ma capivo già che solo l’impegno e la serietà mi avrebbero portato lontano. A 13 anni per la prima volta mi allontano dalla mia famiglia e sono andato a giocare al Metz, in Francia. Sapevo che da questa squadra erano usciti grandi campioni e decisi di allenarmi duramente per diventare come loro. Ad agosto 2007 debutto in campionato contro il PSG e a dicembre segno la prima rete: che emozione! Nel 2008 sono andato a giocare al Lione, una delle squadre più forti della Francia. Avevo compagni fortissimi ma anche tanta voglia di dimostrare di non essere da meno. Ho iniziato a lavorare smepre più duramente, senza perdere di vista il rispetto per le scelte del mio allenatore. Mi allenavo tante ore al giorno e mi piaceva battere le punizioni, cosa che mi piace fare anche adesso in partita”
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