Alla vigilia della sfida contro il Palermo, il tecnico giallorosso Rudi Garcia ha incontrato i giornalisti nella consueta conferenza stampa pre-match. Queste le sue dichiarazioni:
La cosa più bella e la cosa più brutta di questa stagione?
“La cosa più bella sicuramente il secondo posto. La cosa più brutta non so, a me piace ricordare solo le cose belle”.
Qual è il primo bilancio?
“Per prima cosa c’è una partita domani e voglio vincerla. E’ l’ultima del campionato e anche se non abbiamo obiettivi da raggiungere domani voglio che i giocatori siano professionisti. Davanti ai nostri tifosi voglio i tre punti. Il bilancio è che siamo primi del nostro campionato, perché la Juve è fuori concorso. Ha l’abitudine di vincere, ha una potenza economica e sportiva molto più importante della nostra. Ha uno stadio proprio, è in finale di Champions e ha vinto ilcampionato. E’ irraggiungibile, noi siamo stati i primi del nostro campionato e abbiamo raggiunto l’obiettivo principale della stagione che era la qualificazione in Champions. Meglio secondi che terzi, perché lo spareggio non è mai scontato con le squadre che li giocano. Abbiamo preso esperienza in Champions con un girone di ferro dovuto al fatto che eravamo quarta urna. In Europa partiamo da quarta urna e vogliamo fare esperienza, e sperare di essere almeno in terza urna per non beccare un girone quasi impossibile. Quasi perché a trenta minuti dalla fine del girone eravamo quasi qualificati. Vedremo l’anno prossimo se avremo mezzi e sorteggio per superare il girone. Una stagione non è mai un lungo fiume tranquillo. Abbiamo avuto momenti di difficoltà in un momento in cui avevamo meno giocatori e avevamo tante partite, ad esempio in Coppa d’Africa. Da gennaio a marzo abbiamo avuto un momento difficile, l’abbiamo superato perché quando una squadra è per 34 giornate seconda in stagione il gruppo ha dimostrato di essere fantastico. Siamo tutti uniti perché altrimenti non è pensabile di superare di nuovo il secondo come fatto”.
Sul mercato che sta facendo la Juve…
“Il gap sarà superiore l’anno prossimo, loro possono vincere la Champions e hanno preso tanti soldi. Hanno il loro stadio, per noi quando lo avremo cambierà tutto. Il gap può essere ancora più importante perché noi siamo anche costretti dal fair play finanziario. Poi non cambiamo le nostre ambizioni: io sono qua per vincere e sono ambizioso. Anche in campionato un incidente statistico può succedere, ma la logica economica fa che la Juve è fuori concorso”.
Dopo due anni qual è l’aspetto in cui questa squadra deve fare salto di qualità?
“L’anno scorso l’obiettivo era entrare in Europa League. Quest’anno era differente, vista la stagione dello scorso anno. Noi non abbiamo mai detto che il nostro obiettivo era altra cosa che raggiungere la Champions. I giornali hanno fatto della Roma un candidato allo scudetto, ma la stagione ha dimostrato che questa divisa è troppo grande per noi. Non serve illudere i nostri tifosi. C’è grande differenza tra obiettivi e ambizioni. Le ambizioni mie e quelle del presidente, che è fantastico e ha grandi aspettative, ma anche lui sa che bisogna vedere la bellezza della città e sapere che la città non si è fatta in un anno. La AS Roma è come la Roma e non si farà in un anno. Siamo in fase di crescita e per raggiungere la grandezza c’è bisogno di tempo e lavorare ogni giorno con ambizioni grandi. Gli obiettivi devono essere in accordo con i mezzi del club ed era logico dire raggiungiamo la Champions. Anche se il secondo posto non è scontato, perché siamo la quinta potenza economica d’Italia”.
Ci saranno cessioni importanti anche quest’anno?
“Lavoriamo con i dirigenti per queste cose, giovedì c’è un appuntamento importante col presidente a Londra per la prossima stagione. Da quando sono arrivato le cose sono state chiare, abbiamo bisogno di vendere per comprare. Sarò ancora così quest’anno, ma saranno il presidente e i dirigenti a darne la certezza. Bisogna veder dove siamo e come vogliamo andare avanti. Ma siamo sulla strada giusta perché la Champions è bella da giocare e ci dà visibilità, il club della capitale è un grande club ed è uno dei progetti più belli del calcio europeo. Ma non possiamo bruciare le tappe, dobbiamo andare step by step. fare un grande passo può farti retrocedere di altri tre. Ma sono contento di questa stagione, i ragazzi hanno dimostrato qualità. Dopo la prima metà della stagione è stato più difficile ma abbiamo dimostrato di poter trovare risorse per vincere. La ricompensa l’abbiamo avuta nell’ultima gara”.
Il centravanti è la prima richiesta che farà?
“In 18 hanno segnato almeno un gol, lo scorso anno è stato lo stesso. Abbiamo segnato meno sui calci piazzati e in attacco, ma dobbiamo migliorare anche con quelli che abbiamo ma per finire secondi non è possibile avere singoli che non abbiamo fatto bene. Ci sarà da riflettere per intervenire eventualmente su questo reparto. Tutti vorrebbero avere Messi e i suoi 40 gol, ma bisogna lavorare con i nostri mezzi e decideremo con la dirigenza”.
Il presidente ha detto che ci sarebbero voluti 5 anni per arrivare allo scudetto. La prossima stagione si può vincere qualcosa?
“E’ una domanda per il presidente, non ho niente da rispondere”.
Pare che stia mandando un messaggio al presidente. Le è stato promesso qualcosa? E qualora non dovessero essere mantenute rimarrà?
“Niente mi è stato promesso, sono sotto contratto e sto lavorando sull’anno prossimo. Giovedì avrò più parametri. Niente messaggio alla società, sono fatti. Sono stupito di vedere che la mia squadra essendo seconda tutto il campionato ha dovuto ricevere tante critiche ed è stata criticata dai tifosi, come quello che abbiamo vissuto dopo la Fiorentina. Non serve illudere la gente, i nostri tifosi sono intelligenti e quando era importante avere il sostegno di tutti non l’abbiamo avuto. Penso che sono stati condizionati dalle critiche eccessive della stampa, questo non è normale e non mi è piaciuto. Non lo voglio vivere di nuovo e per questo voglio essere chiaro. Io sono il primo ambizioso”.
Ha mai avuto paura di perdere il secondo posto?
“Mai, perché vivo con i miei giocatori e sapevo che nella difficoltà si giudica la qualità di un gruppo. Nella difficoltà si vede lapersonalità e questo gruppo non ne ha mancato. Siamo tutti uniti, ci dobbiamo difendere ed arrivare al porto tutti insieme. Ci sono stati momenti difficili, ma i miei tifosi devono sapere che in questi momenti devono fare la differenza. Non è normale che abbiamo risultati migliori in trasferta, in alcuni momenti era difficile giocare all’Olimpico. Non è normale perché penso che abbiamo la tifoseria migliore del mondo, con loro siamo più forti. Davanti alla mia rosa mi tolgo il cappello perché ha fatto un grande fine stagione quando non era scontato farlo”.
Redazione GazzettaGialloRossa.it