(G. Bazoli) «Un esempio da manuale di come possono andare le cose secondo i piani previsti». Hristiyan Ilievski definisce così Lecce-Lazio (2-4) del 22 maggio 2011, una delle partite chiave del Calcioscommesse.
Il capo degli «zingari» ha aggiunto altri particolari, nel verbale del secondo interrogatorio davanti al gip Guido Salvini, su come venne manipolato l’incontro. «Dopo la buona riuscita di Lazio-Genoa, Zamperini (Alessandro, ex giocatore, ndr) mi ha chiamato dicendomi che si poteva fare altrettanto con Lecce-Lazio — ha raccontato il macedone —. Dato che avrei dovuto rimanere diversi giorni a Lecce, ho preferito portare con me la famiglia. Il mattino dopo sono cominciate le riunioni tra me e Zamperini e abbiamo iniziato a lavorare sul caso. Il Lecce era già salvo, la Lazio voleva salire verso le coppe europee e, quindi, era una partita facile da concordare. Doveva esserci un over di 4 gol con due di scarto a favore della Lazio. I giocatori del Lecce non volevano fare una brutta figura e allora ho chiesto a Zamperini di chiedere a Mauri di accettare che anche la Lazio subisse qualche rete. Zamperini mi ha riferito che Mauri gli aveva risposto di essere d’accordo. A me questo non bastava in quanto desideravo vedere di nuovo Mauri».
E così, sempre secondo Ilievski, è stato. «Ci siamo messi d’accordo per andare nell’albergo a Lecce dove c’era la Lazio e incontrarci in una stanza. Ho chiesto a Zamperini che almeno Mauri scendesse senza necessità che mi parlasse: bastava un suo cenno di assenso con la testa. Mauri è sceso e ha fatto il cenno che richiedevo. Per la Lazio ho dato 100 mila euro a Zamperini, l’accordo era che 30-40 mila fossero per lui e la parte restante per Mauri, anche se non posso verificare che abbia mantenuto questo impegno». Domani secondo interrogatorio, stavolta davanti al pm Roberto di Martino.