(R. Frignani) Il più giovane faceva parte un tempo dei gruppi più estremi della curva laziale, ora sciolti, e aveva avuto tre daspo. L’altro invece è un pregiudicato non per reati da stadio, ma lunedì pomeriggio a ponte Milvio si è unito agli altri per lanciare oggetti contro la polizia. Sono i due laziali, di 28 e 44 anni, arrestati ieri dalla Digos nelle indagini sugli scontri al termine della partita sul lungotevere Diaz e poi verso corso Francia dove le forze dell’ordine hanno disperso alcune centinaia di ultrà per la maggior parte a volto coperto con lanci di lacrimogeni e cariche di alleggerimento. Fotografie e riprese video hanno consentito agli investigatori della Questura di identificare i primi due personaggi che avevano partecipato all’assalto al cordone di sicurezza che aveva come obiettivo principale entrare in contatto con i romanisti, attestati vicino ponte Duca d’Aosta e poi dispersi dalla polizia con gli idranti.
Una misura che potrebbe ora essere applicata anche nei successivi procedimenti per reati di stadio. Sono centinaia le immagini che gli investigatori stanno visionando per avere un quadro complessivo di chi ha provocato gli scontri post derby. Compresi gli ultrà stranieri, in particolare quelli polacchi del Wisla Cracovia (ma c’erano anche i bulgari del Levski Sofia e gli inglesi del West Ham), comparsi in gran numero con i passamontagna prima della partita al corteo da ponte Milvio all’Olimpico e immortalati dopo la fine della stracittadina nelle seconde file: l’ipotesi è che sarebbero dovuti entrare in azione solo in caso di contatto con i romanisti o con le forze dell’ordine. Intanto però proseguono le indagini della polizia per identificare i laziali responsabili dell’accoltellamento dei due romanisti sul lungotevere Thaon di Revel: anche il secondo ferito è stato dimesso dal Gemelli. I ricercati potrebbero essere accusati di tentato omicidio perché i fendenti sono stati sferrati al torace. Ma le indagini si annunciano più complicate di quelle per gli scontri a ponte Milvio.