(G. Piacentini) – Centrato l’obiettivo secondo posto, ritenuto dai tifosi «minimo sindacale», non è ancora il tempo di tirare le somme per Rudi Garcia, che però al termine della vittoria contro la Lazio una frase sul futuro se la lascia scappare. «Non è il momento del bilancio – le sue parole a fine gara – è il momento di festeggiare. Torneremo poi sugli episodi della stagione e più avanti dirò delle cose, perché ci sono delle cose da dire. Abbiamo dimostrato di essere secondi giustamente e che anche con la bravura della Lazio siamo la squadra più forte, non solo della città ma anche del campionato. Ovviamente dopo la Juve, che ha vinto scudetto, Coppa Italia, è in finale di Champions e per me non è raggiungibile, alme-no per il momento». Sottolineare il gap dalla formazione bianconera nel giorno del raggiungimento del secondo posto, sembra quasi un avviso alla società: una richiesta di rinforzare la rosa per continuare a competere per il vertice. «Adesso mi godo la vittoria, a fine partita ho voluto assaporare il momento e lasciare spazio ai giocatori. La chiesa è rimasta al centro del villaggio e dobbiamo fare in modo che sia sempre così. E stato difficile battere una squadra di qualità, con un allenatore di grande livello. Ci voleva intelligenza, e a parte il colpo di testa di Mose all’inizio, abbiamo sofferto poco». La Roma ha giocato la gara che aveva preparato a tavolino, un piccolo capolavoro tattico da parte del tecnico francese che ha concesso pochi spazi alla Lazio e ha sfruttato le ripartenze. «Avevamo previsto di cominciare forte nel primo tempo e così è successo, anche se loro hanno avuto una situazione pericolosa, poi dovevamo rallentare e fare blocco. Anche con un giorno in più di riposo, immaginavamo per loro un calo fisico, ma non sapevamo in che momento della partita. Mi fa molto piacere che abbiamo fatto gol su calcio piazzato perché lo volevamo da tanto. L’abbiamo preparata così ma i giocatori sono stati bravi e hanno avuto l’atteggiamento giusto. Complimenti ai miei ragazzi, non era una partita semplice ma abbiamo voluto vincere fino alla fine. Siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo, che era quello della stagione e ora festeggiamo con i tifosi».
A segnare il primo gol è stato Iturbe, per certi versi l’oggetto misterioso della stagione romanista. «Manuel ha dato sempre il suo contributo a questa squadra e sono contentissimo per lui. Ha segnato un gol molto importante ed è una grande cosa per la sua autostima. Ero tranquillo perché è un ragazzo d’oro e ha risposto sul campo». Meno brillante Totti, l’«eroe» della gara d’andata. «Il capitano doveva iniziare, la gara e dare tutto, per poi essere sostituito e avere dei giocatori più veloci». Sulla polemica a distanza con Pioli. «Le mie parole della vigilia fanno parte del gioco, dello show e della destabilizzazione dell’avversario. È solo comunicazione e sembra che abbia funzionato. Pioli è un allenatore bravissimo, non so se arriverà terzo o quarto ma ha fatto una grande stagione e la Lazio ha giocatori veramente bravi».
Francesco Totti, che oltre alla maglia sfoggiata a fine partita sotto la Sud insieme a Florenzi ne aveva indossata un’altra con sopra scritto «La Grande bellezza», ribadisce il concetto anche attraverso il suo blog, citando il film premio Oscar di Paolo Sorrentino.«”La Roma – le sue parole – è semplicemente “La Grande bellezza”. Lo è stata sempre e sempre lo sarà»