(C. Zucchelli) A parole l’aveva detto prima della sfida con il Milan: «Chiunque arriverà la prossima stagione dovrà vedersela con me». Con i fatti lo ha dimostrato proprio a San Siro, dove è stato uno dei pochi a salvarsi. D’altronde, il percorso di Morgan De Sanctis, in questa stagione, è stato spesso l’opposto di quello della squadra: quando la Roma volava lui era ancora in difficoltà per i postumi dell’operazione al gomito; quando la squadra, invece, è andata in crisi sono state le sue parate a tenerla a galla. Per parate si intendono non solo i gesti tecnici in campo, ma anche quelli verbali fuori, visto che nei (tanti) post partita difficili del 2015 spesso Morgan è stato l’unico a presentarsi davanti ai microfoni. L’ultimo caso, proprio al Meazza.
LUCIDO Ama parlare, De Sanctis, e tocca a lui tirare su il morale del gruppo, visto che magari, rispetto ad altri come Totti e De Rossi che a causa del tifo vivono le cose con più emotività, riesce ad essere più lucido. La lucidità non gli è mancata neanche sabato sera: «Dovevamo semplicemente fare di più». Una sola uscita ha sollevato polemiche: dopo il Cska Mosca ha accusato i compagni per il gol del pari russo, capito l’errore ha rettificato il giorno dopo e amici come prima.
NIENTE PAURA In queste ultime 3 partite, che la Roma giocherà all’Olimpico, dove quest’anno ha patito le pene dell’inferno, toccherà ai giocatori più rappresentativi caricarsi una squadra impaurita sulle spalle. Per farlo, De Sanctis dovrà mettere da parte gli oltre 21 mila minuti giocati con la maglia dell’Udinese in 229 presenze. Praticamente, ha trascorso poco meno di metà della sua carriera a Udine, ma spazio per i sentimenti, questa Roma, non può averne. A Morgan basterebbe, comunque, rispettare la tradizione, visto che da quando difende i pali giallorossi ha sempre vinto contro la sua ex squadra.
POCO AMATO Con l’Udinese, poi, non è che i rapporti siano così buoni, visto che nel 2007 si è trasferito al Siviglia rescindendo unilateralmente il contratto grazie all’articolo 17 della Fifa. A Udine non hanno dimenticato, appena mette piede al Friuli è uno dei più fischiati, ma in 2 anni di Roma nel suo ex stadio non ha mai subìto reti. Ne ha prese 2 all’Olimpico, ma grazie ai gol di Totti, Destro e Torosidis un anno fa arrivò comunque la vittoria. Quella era una Roma che viaggiava a vele spiegate verso la qualificazione Champions, questa ci sta provando nonostante il mare, ormai da mesi, sia in tempesta. E pensare che proprio dopo la vittoria contro l’Udinese dell’andata la Juve era distante solamente un punto…