(M. Calabresi) – La Roma aveva un obiettivo: vincere il derby per tenersi stretta il secondo posto tutta l’estate. A vedere la festa sotto la curva Sud, però, un obiettivo doveva averlo anche Francesco Totti: riuscire a far godere i suoi tifosi più di quanto fece l’11 gennaio scattandosi il selfie dopo il gol del 2-2. Ce l’ha fatta: quel «Game Over», in pochi minuti, è diventata l’immagine del profilo di centinaia di romanisti in delirio. Anche più del messaggio neanche troppo nascosto a Claudio Lotito: «Stai sempre a parla’, ora che te voi inventa’», di quello della maglia di Alessandro Florenzi («Rigiochiamo anche domani») e quella indossata inizialmente dal capitano e poi data a Pjanic: «La grande bellezza». Chissà se anche la Lazio aveva fatto stampare qualche maglietta: di sicuro, per esibirle dovrà aspettare domenica, ultimo capitolo di una stagione straordinaria, ma che in caso di sconfitta al San Paolo rischia di diventare «normale». Oggi, per i laziali non è un giorno come gli altri: è il 26 maggio, ma con il derby vinto ne approfittano pure i romanisti. «V’ho alzato Yanga-Mbiwa in faccia». Il francese, tanto criticato per una stagione, diventa eroe tanto che, su Twitter, c’è addirittura chi cambia identità e diventa @VihaSegnatoMapou. Carlo, invece, sintetizza tutto (spostamento a lunedì e risultato) con una rima: «La volevi spostare solo tu. Te purgano Iturbe e Mapou».
IL BRUTTO DEL DERBY Fino al vantaggio di Iturbe, in campo era successo poco: il gol divorato da Klose («lapiazzaMiro», scriveranno a fine partita molti romanisti) all’inizio e poco altro. Sugli spalti, invece, tante cose belle (la coreografia della Nord), simpatiche (il solito ping pong di striscioni), e una, la solita, da censurare. «Festa rovinata da violenti scontri fuori dallo stadio, che amarezza», scrive Paola, indignata tanto quanto i «non romani». C’è chi conia l’hashtag #loschifodelcalcio, chiedendo a @MatteoRenzi di chiudere gli stadi, chi si lamenta per i 1.200 agenti «allo stadio a spese nostre» e chi, come Giulio, si chiede «come si possano riavvicinare le famiglie allo stadio se ci sono sempre casini». Magari vedendo lo spettacolo della curva Nord, che si era raccomandata di non sventolare bandiere proprio per realizzare al meglio quello che si è visto: dal campo, i capi ultrà hanno organizzato il movimento delle fiamme (nelle prime file) e dato l’ok per alzare i cartoncini gialli e neri (quelli che hanno formato l’aquila), bianchi e celesti (a fare da sfondo). «La sua virtù sfida da sola le tenebre», lo striscione che resisterà per tutta la partita. E anche dopo, quando la Roma torna in campo con lo stadio vuoto e si mette a giocherellare, con Totti che di testa segna sotto la Nord e si prende una valanga di insulti dai pochi laziali rimasti.
BOTTA E RISPOSTA Niente coreografia, invece per una curva Sud ancora in polemica con Pallotta: «Oggi nessuna coreografia per la nostra dignità; un vero presidente non insulta la sua gente». Poi, con il fischio di Rizzoli, inizia pure il derby degli sfotto’. Roma: «Palo, palo», ricordando il tiro di Djordjevic contro la Juventus. Lazio: «Siete zozzi, dentro e fuori». Ancora Lazio: «Bruco, Pupone e Romoletto, romanista perfetto». Roma: «Secondo posto, per noi minimo sindacale, per voi trionfo mondiale». Ancora la Sud: «Che ricordi quella maglietta (indossata ieri dalla Lazio, ndr)… le partite truccate e la serie cadetta». Poi, mentre in Nord spunta «Simbolo e data di nascita: ci sono novità?», ecco la testata di Mapou Yanga-Mbiwa.
CUGINI E POLACCHI «E’ tutto così incredibilmente perfetto», scrive Giuseppe su Facebook postando il fermo immagine dei Cugini di Campagna inquadrati in tribuna. «Dispiace per i polacchi», twitta Simone, salutando i giganteschi tifosi del Wisla arrivati dalla lontana Cracovia. Mel se la prende con Olympia, che ieri non ha volato: «Olympia arrosto. Gnamme». Er Bibbitaro: «L’esultanza de Yanga-Mbiwa è la stessa che ho fatto a nove anni quanno m’hanno detto che annavo co’ mi zia al Terminillo». C’era il timore del biscotto: «Se volevate il biscotto, potevate prende quelli der Mulino Bianco…». L’ironia dei romanisti, ovviamente, non risparmia Claudio Lotito: «La butto lì, supplementari?». Un altro, invece, si proietta alla «finale» di Napoli: «Ora Lotito ha due giorni in meno per preparare Napoli-Lazio. La sposta?». Non potrà spostarla, anzi, la Lazio dovrà affrettarsi a dimenticare il derby. «L’unica foto di gruppo fatta senza coppa», scrive Ssl, ma si passa anche alle critiche: «Biglia con una gamba sola, Gentiletti tre partite di fila dopo otto mesi: possibile che in panchina non c’era di meglio?». C’era Ledesma, per esempio, che molto probabilmente all’Olimpico con la maglia della Lazio non ci giocherà più (è in scadenza): «Ciao Cristian, capitano leale», lo striscione apparso in Tevere. All’improvviso sperano pure i tifosi del Napoli come Antonio: «Regalateci un’ultima grande notte». Un appello accorato, come quello di tanti laziali scottati: «Prendiamoci il punto che ci meritiamo, non possiamo buttare tutto all’aria».