(C.Zucchelli) – Per uno che faceva il magazziniere per mantenere una figlia avuta giovanissimo e poi ha trovato la forza di tornare nel calcio che conta, un paio di panchine di fila per scelta tecnica non possono rappresentare poi un problema così grande. A Trigoria più di qualcuno dice che, errori in campo a parte (e non che contino poco) la stagione di José Holebas, che contro l’Udinese tornerà dal 1’, sia stata praticamente perfetta. Arrivato con la fama di duro un po’ sopra le righe, Holebas non ha mai saltato un allenamento, ha convissuto, e convive tuttora, con una costola incrinata, si è arreso solo ad ottobre ad un infortunio muscolare che però non gli ha fatto saltare nessuna convocazione.
QUANTI ERRORI – Professionista esemplare, dolcissimo padre di un’adolescente alta quasi quanto lui, Holebas ha sfruttato l’occasione che gli si è presentata davanti quando Garcia, dopo Bergamo, ha capito che su Cole non si poteva più fare affidamento. L’inglese, tra un selfie con la Wozniacki e qualche tweet ironico sul suo scarso impiego, è sparito dalla circolazione e domenica, con Torosidis che dovrà rispostarsi a destra vista la squalifica di Florenzi, toccherà di nuovo al mancino greco riprendere possesso della fascia sinistra. Con la speranza che le ultime scadenti prestazioni siano soltanto un ricordo e che torni ad essere quello che, tra ottobre e gennaio, faceva pensare che la Roma si fosse finalmente sistemata sulla fascia mancina.
BALZARETTI – Fascia su cui, prima del 31 maggio, vorrebbe tornare a giocare qualche minuto anche Federico Balzaretti. Assente dal 10 novembre 2013, reduce da un calvario durato quasi 2 anni, l’ex difensore del Palermo, il cui contratto scade il 30 giugno, stava per entrare contro il Sassuolo, poi Garcia ha preferito – diplomaticamente – far entrare Iturbe. La sensazione è che in queste 3 partite a Balzaretti sarà concessa un’occasione e se le cose si dovessero mettere bene già domenica potrebbe essere la giornata giusta. Lui ci spera, in attesa di capire cosa gli riserverà il futuro: da una parte, a quasi 34 anni, c’è la voglia di provare a giocare almeno un’altra stagione, dall’altra c’è la convinzione che, qualsiasi decisione prenderà, la Roma vorrebbe tenerlo (si è fatto anche il suo nome come eventuale nuovo team manager) o come allenatore delle giovanili. Prima però ci sono scarpini da indossare ancora una volta, magari sotto gli occhi del figlio Gabriel, nato a gennaio e primo maschio dopo 3 femmine, che non ha mai visto il papà con la divisa da calciatore.