(C. Zucchelli) Se non sarà tattica potrebbe essere scaramanzia. Rudi Garcia non lo ammette, ma uno sguardo alla sorte, come faceva Capello, lo butta sempre. E allora per lui conterà qualcosa il fatto che l’ultima volta che la Roma ha vinto un derby in casa della Lazio è scesa in campo con il 4-3-1-2. Di quella squadra, che si impose con i rigori di Borriello e Vucinic, è rimasto il solo De Rossi (Totti era assente), a centrocampo con Perrotta e Simplicio, mentre il trequartista era Menez.
CON IL 4-3-1-2 Di certo il francese aveva e ha caratteristiche diverse rispetto a Pjanic, ma la capacità di inventare gioco è la stessa. Per questo Garcia sta anche pensando di potersi affidare al bosniaco, avanzandolo di qualche metro e liberandolo dai compiti di copertura, anche se un’occhiata per il mediano della Lazio (Biglia?) dovrà sempre averla. Il suo spostamento comporterebbe l’inserimento di Keita, che però non sta ancora benissimo: la Roma doveva giocare così già contro il Sassuolo, poi il maliano nel riscaldamento ha avvertito dolore e il tecnico ci ha ripensato, inserendo Doumbia e passando al 4-3-3. Il 4-3-1-2 potrebbe anche comportare a sorpresa l’esclusione di Totti, anche se in Coppa Italia contro l’Empoli, giocando così, era stato proprio Francesco (e non Pjanic) a fare il trequartista.
CON IL 4-3-3 In questi giorni Garcia sta provando questo nuovo sistema di gioco, che tanto gli era piaciuto a San Siro nel secondo tempo. Ma al momento il modulo favorito resta il 4-3-3: perché, in fondo, il suo unico derby lo ha vinto così. È la strada che la Roma conosce meglio, il modulo che adotterebbe se ci fosse Gervinho. Adesso è una soluzione che prevede, con Florenzi terzino, uno tra Pjanic e Keita in panchina (il maliano, così come De Rossi, è diffidato) e Totti (e non Doumbia) in campo con Ibarbo e uno tra Ljajic e Iturbe, col secondo favorito perché se c’è una cosa che Garcia ha capito guardando le ultime prestazioni della Lazio è che alla sua squadra servono — e tanto — giocatori di corsa.
CON IL 4-2-3-1 Ecco perché limitare Anderson e Candreva, ma anche gli inserimenti di Lulic e Parolo (supplemento di video proprio per questo tipo di lavoro dei centrocampisti laziali) è diventata la priorità del gioco giallorosso. La Roma non può permettersi un ritmo basso e non può permettersi neanche troppo di aspettare la Lazio come ha fatto la Juve mercoledì, perché i bianconeri hanno un assetto compatto in fase difensiva che non c’è davanti a De Sanctis. Garcia proverà quindi a giocarsela e a partita in corso potrebbe optare anche per il 4-2-3-1. Difficilmente questo modulo (adottato a Palermo, quando c’era Strootman, col Feyenoord e con l’Atalanta) verrà proposto dal via, ma durante la gara De Rossi e Nainggolan potrebbero fare da schermo davanti alla difesa e Pjanic agire alle spalle di una punta (più Doumbia di Totti) con le due frecce ai lati. Una squadra super offensiva, da utilizzare magari in caso di necessità se le cose si dovessero mettere male.