(G. Bianconi/A. Ravelli) – Dice che s’è presentato e di voler collaborare coi magistrati, confidando nella loro clemenza: «Sono venuto in Italia dopo averci pensato a lungo, perché ho intenzione di dire la verità su tutti i fatti che mi sono stati contestati e spero che l’autorità giudiziaria ne tenga conto, con l’applicazione di una pena favorevole». Una scelta difficile, aggiunge, «perché ho dovuto lasciare la mia famiglia molto lontano». Dopodiché conferma più o meno tutto ciò di cui gli stessi magistrati accusano lui e altri indagati nell’inchiesta sul Calcioscommesse, come se volesse andare incontro alle esigenze degli inquirenti. E quando c’è da offrire un riscontro decisivo, sembra mettere le mani avanti.
Per esempio sull’incontro con il capitano della Lazio Stefano Mauri, a proposito degli accordi sulla partita Lazio-Genoa del 14 maggio 2011: «Quando eravamo dentro al ritiro della Lazio, esattamente nel parcheggio, con il mio cellulare Zamperini ha fatto una foto a me e a Mauri, una delle tipiche foto con i volti vicini, come in segno di ricordo. L’ho fatta fare perché è un calciatore assai famoso. In questi anni ho cambiato molti cellulari, ma non escludo di poterla trovare». Insomma, se quell’istantanea — di cui aveva parlato l’ex calciatore Carlo Gervasoni, altro «pentito» dell’indagine — non dovesse saltare fuori, lui ha avvertito prima.
È denso di dettagli il primo verbale d’interrogatorio di Hristian Ilievsky davanti al giudice dell’indagine preliminare di Cremona Guido Salvini e al procuratore Di Martino, che ieri è tornato a sentirlo e ha raccolto nuovi dettagli: soprattutto su un altro incontro sospetto, Lecce-Lazio del 22 maggio 2011,riconoscendo in foto alcuni giocatori leccesi a suo dire coinvolti nella combine , tra cui Stefano Ferrario.
Nel verbale del 28 aprile lo scommettitore macedone ha parlato, fra l’altro, del ristorante in cui s’incontrò con Gervasoni e il serbo Almir Gecig: «Ho cenato con lui in un ristorante di lusso che appartiene a Seedorf, ricordo che erano presenti anche Galliani e Cafu, seduti a un altro tavolo. Mi ricordo che c’era la campagna di aiuto per i terremotati giapponesi, in quell’occasione ho dato dei soldi a Gervasoni ma non ricordo per che cosa. Non ricordo se fu prima o dopo Lazio-Genova».
L’accordo sottobanco per quell’incontro finito 4-2 per i biancocelesti (primo tempo 1-1), che gli inquirenti considerano già provato dalla presenza dei telefoni usati dagli «zingari» in prossimità di Formello, secondo Ilievski andò così: «Venivo chiamato alle 2 di notte da Gervasoni e il giorno dopo già volavo verso Roma».
Lì lo raggiunse Zamperini, ex giocatore delle giovanili di Roma e Lazio, proponendogli di aggiustare il risultato: «Ha cominciato a chiamare e mi ha detto che potevamo andare a Formello al ritiro della Lazio. Siamo entrati dentro e abbiamo aspettato che arrivasse Mauri al parcheggio… Anch’io ero sorpreso del fatto di avermi portato al ritiro della Lazio, cioè in un luogo così importante. Siamo proprio entrati all’interno del campus. È arrivato Mauri e ci siamo presentati, io sono un appassionato e conoscevo la sua fisionomia. Zamperini mi ha presentato Mauri e gli riferiva che io ero la persona che poteva dargli i soldi per combinare la partita. Mauri gli rispondeva che andava bene così, ma la partita era già stata combinata. Io gli riferivo che ero disposto a dargli 350 mila euro per un Over e la vittoria della Lazio, alla quale del resto servivano i soldi per andare nelle coppe europee. Mauri mi rispose che ci dava il regalo dell’1-1 primo tempo come risultato sicuro… Chiesi a Mauri come potevo essergli riconoscente, mi rispose di mettermi a posto con Zamperini. Davanti a me Mauri chiamò Milanetto, dicendogli che due persone avrebbero raggiunto Genova per incontrare i giocatori del Genoa».
Poi Ilievski riferisce l’incontro con Milanetto (negato dal calciatore), il quale gli avrebbe risposto che non poteva garantire nulla poiché il Genoa avrebbe schierato molti stranieri «ai quali non era facile chiedere qualcosa di simile». Il macedone confessa che sull’1-1 del primo tempo guadagnò 150 mila-200 mila euro, e che «cinque giorni dopo» diede a Zamperini «circa 50 mila euro come “saluto” per Mauri e 20 mila per lui. Ovviamente non posso verificare che Mauri abbia avuto il suo».
Lo scommettitore pentito parla anche di altre partite (compreso un Palermo—Napoli di cui nulla si sapeva), della conversazione via Skype in cui qualcuno si spacciò per il giocatore del Lecce Corvia, del primo incontro «combinato con successo», Chievo-Novara, del novembre 2010: «Mi è stato detto in seguito un particolare curioso e cioè che il portiere era molto religioso e non voleva partecipare a questa combine ; alla fine però ha preso la sua parte, ma dopo si è in parte pentito e ha portato metà dei soldi in chiesa».