(A. Abbate) Le bombe d’Ilievski scuotono persino l’imperturbabile Palazzi. Per le decisioni già prese – e quindi non rivedibili (ne bis in idem) – in sede sportiva: «Io avevo fatto i deferimenti, non è mica colpa mia se ci sono stati proscioglimenti o derubricazioni da parte degli altri organi di giustizia sportiva», l’eco dalla Procura Federale, che nei prossimi giorni incontrerà il pm Di Martino per avere le nuove carte e procedere a eventuali nuovi deferimenti. Ma il danno è fatto per esempio su Ferrario (deferito per illecito sportivo e derubricato in primo grado solo per omessa denuncia), su Shala (prosciolto in primo grado), Fontana (il presunto portiere dei 30mila euro devoluti alla Chiesa) e Ventola (condannato per due gradi a 3 anni e sei mesi e poi assolto dal Tnas) per Chievo-Novara di Coppa Italia: «Li incontrai nel mio albergo a Verona per truccare la mia prima partita». Nel 2010 l’ingresso di questo slavo in un sistema consolidato a suo dire. Emblematiche le parole su Novara-Siena, la combine che “rovinò” il Ct Conte: «E’ risaputo che in Italia a fine campionato le squadre si mettono d’accordo». A proposito: «Bettarini reclutava i giocatori. In particolare aveva un ruolo fondamentale col Siena di cui mi era stato detto fosse in buoni rapporti col presidente Mezzaroma». Sono le combine Lazio-Genoa e Lecce-Lazio però a fare più chiasso: «Incontrai Mauri a Formello e mi rispose che ci dava il regalo dell’1-1 col Genoa a fine primo tempo. Alla fine ho guadagnato 150-200 mila euro e ho dato a Zamperini circa 50.000 euro come “saluto” per Mauri».
L’ex Commissione Disciplinare aveva derubricato l’illecito del capitano biancoceleste in omessa denuncia perché «nulla in atti consente di ritenere che egli si sia adoperato per realizzare quanto proposto». E non può certo essere un selfie la prova schiacciante. Ma Ilievski parla pure di altri soldi al gip Salvini: «Dopo la buona riuscita di Lazio-Genoa, Zamperini mi ha chiamato dicendomi che si poteva fare altrettanto con Lecce-Lazio e che Mauri era d’accordo. Ci incontrammo in una stanza vicino alla lobby dell’hotel. Ho chiesto a Zamperini che almeno Mauri scendesse. Senza necessità che mi parlasse, bastava un suo cenno di assenso con la testa. Mauri è sceso e ha fatto il cenno che richiedevo. La somma per la Lazio era di 100mila euro. Dopo la partita era che 30/40mila euro fossero per lui e la restante parte per Mauri. Non ricordo in questo momento i nomi dei giocatori del Lecce coinvolti. Per la Lazio non posso dire perché non avevo contatti». Non ci sta Melandri, avvocato del brianzolo: «Assurdo credere ancora alle dichiarazioni di un coindagato. I telefoni e i dispositivi elettronici di Stefano sono stati controllati e non è stato trovato nulla».