(E. Bernardini) La Lazio sarà (forse) accontentata. Il derby si può giocare lunedì 25 e, salvo ribaltoni, alle ore 18. L’accelerazione c’è stata nella serata di ieri quando il presidente biancoceleste Claudio Lotito ha deciso di fare il percorso inverso. Insieme con l’amico Beretta, numero uno della Lega, è andato di persona al Viminale con la proposta in mano. Quella iniziale prevedeva, sotto spinta delle televisioni, che si giocasse alle18,30. Immediato però il no dell’Osservatorio, in quanto, all’uscita delle due tifoserie non ci sarebbe luce sufficiente per la sicurezza. Dopo una breve mediazione si è scelto di giocare alle 18. Ottenuto il sì dell’Osservatorio la palla è passata alla Lega, ma in questo caso si tratta di una semplice formalità visti i buoni rapporti tra i due presidenti. Nelle prossime ore è attesa dunque l’ufficialità. Lotito gongola, la Roma è arrabbiata visto che ha dovuto accettare la decisione senza possibilità di replica. Chi è su tutte le furie invece è Sky, che ha inviato una pesante lettera di protesta alla Lega. Ancora perplesso il Prefetto.
IL PASSATO SI DIMENTICA – La Lazio ha già giocato finali di Coppa Italia e turni di campionato nel giro di 4 giorni. E c’è un caso identico all’attualità. Nel 2004 i biancocelesti disputarono la finale di andata di Coppa Italia contro la Juventus un mercoledì (era il 17 marzo) e, quattro giorni dopo, dunque domenica 21, sfidarono proprio la Roma nel derby (poi sospeso). E ancora: mercoledì 12 maggio, finale di ritorno contro la Juve; domenica 16, Lazio-Modena di campionato. Infine, mercoledì 13 maggio 2009, finale di Coppa Italia Lazio-Sampdoria; domenica 17, Palermo-Lazio di serie A.
PARTE LO SPRINT – Genova (Sampdoria) crocevia dei destini biancocelesti. Tra la Lazio e la Champions League si frappongono ancora due ex: Mihajilovic e De Silvestri e non si può certo dire che sia un bene visto come sono andate a finire le gare contro Atalanta e Inter. Contro i blucerchiati Pioli si gioca una fetta fondamentale della sua stagione, un ko vorrebbe dire praticamente consegnare nelle mani della Roma, soprattutto alla luce dell’ultimo infuocato match che la Lazio avrà all’ultima in casa del Napoli che, ferito dall’eliminazione in Europa League, cerca con tutte le sue forze un piazzamento in Champions. Un Pioli carico a mille quello che ieri si è presentato nella sala stampa di Formello. Ha fatto un discorso alla squadra nel segreto dello spogliatoio. Ha chiesto rabbia e coraggio per queste ultime quattro sfide: «Saranno quindici giorni decisivi, siamo arrivati al dunque, non c’è una partita più importante dell’altra, giocheremo tre finali di campionato e una di Coppa Italia”. Un tour de force, chiaro, ma il diktat è quello di pensare una sfida alla volta. Stasera c’è la Samp: «È fondamentale. Quattro giorni sono sufficienti per recuperare energie in vista della Coppa. La Sampdoria sta facendo un ottimo campionato, è una squadra aggressiva, ci somiglia per come gioca». Poi c’è la cabala che vede Pioli soffrire sia Mihajlovic sia i blucerchiati visto che li ha battuti una sola volta. Ma non solo numeri negativi perché in otto precedenti l’amico Sinisa ha perso per ben sei volte contro la Lazio. I torti subiti domenica scorsa contro l’Inter sono ancora vivi nella memoria del tecnico di Parma che non ha affatto gradito. Stasera, a Genova, arbitrerà il signor Mazzoleni, che in occasione dell’ultimo Lazio-Milan di campionato, provocò molte proteste dei laziali. Solitamente Pioli non ama parlare dei direttori di gara né prima, né dopo ogni sfida ma stavolta, un frecciatina ha voluto lanciarla: «Credo sia sbagliato guardarsi indietro, mi auguro che il migliore in campo sia l’arbitro Mazzoleni e che sia la prestazione delle due squadre a decidere il risultato finale».
DUBBI DI FORMAZIONE – Stasera ci sarà da inventare una difesa che quest’anno non è stata quasi mai la stessa. In porta squalificato Marchetti, giocherà Berisha. I due centrali saranno Ciani e Novaretti, de Vrij ha recuperato ma difficilmente giocherà, «va gestito», dice Pioli. Sugli esterni spazio a Basta e Radu. Cambia anche il centrocampo. Dentro Ledesma, con Parolo e Lulic. Con ogni probabilità a restare fuori dal blocco dei titolari sarà capitan Mauri. In avanti Candreva, Anderson e Klose. Miro non ha mai segnato alla Samp ma vuole cambiare la sorte e accompagnare la sua Lazio in Champions.