(U.Trani) – Il risveglio di Doumbia, uscito dal lungo letargo con 2 gol nelle ultime 2 partite di campionato, non fa certo passare in secondo piano il problema numero uno della Roma in questa stagione: l’attacco, con 48 reti il 7° della serie A, non è sicuramente da vertice, a prescindere dal piazzamento in classifica che oggi premierebbe Garcia con l’accesso diretto alla prossima Champions. Meglio hanno fatto Juve, Lazio, Napoli, Inter, Fiorentina e Genoa. Manca, nella rosa allestita da Sabatini, il finalizzatore. Non è stato preso nè in estate nè in inverno, tant’è vero che nessuno, a 4 turni dal traguardo, è ancora salito in doppia cifra, come è invece riuscito a 12 rivali, comprese Verona, Empoli e Sassuolo che hanno pensato soprattutto alla salvezza. Ljajic, assente da tre match, è ancora il miglior marcatore con 8 gol. E non è certo una punta. Dietro di lui Totti, fuori da due gare, con 6.
PRECEDENTE LONTANO Bisogna addirittura tornare indietro di 22 anni per ritrovare la Roma nella stessa situazione. Torneo ’92-’93, con Boskov in panchina: Giannini, a 4 giornate dalla conclusione, aveva realizzato proprio 8 reti. Ma in 30 partite, perché all’epoca la serie A era a 18 squadre e quindi le gare erano 34. L’ex capitano giallorosso chiuse a 9 gol, gli altri due attaccanti, Rizzitelli e Carnevale si fermarono a 7. Alla fine 10° posto, con 42 reti, e Coppa Italia lasciata al Torino.
SVOLTA OBBLIGATA Nel campionato scorso Destro, alla 31a giornata, era in doppia cifra. E con la tripletta al Cagliari, alla 32a, salì a 13. Ma non andò oltre anche per la squalifica di 4 turni per la manata ad Astori. Un anno fa, al 34° turno, la Roma aveva già fatto centro 69 volte, cioè 21 più di oggi (e finì con 72). La Juve non era ancora campione, avendo solo 8 punti di vantaggio. Anche qui il dato è indicativo: i giallorossi, alla stessa giornata del torneo, avevano contato solo 7 pareggi. Ora sono già 13. Con il bomber è più facile arrivare al successo. Lasciata da parte la Juve che conta 7 pari e ha Tevez capocannoniere con 20 gol, la Lazio è ferma a 6 (2 nelle ultime 3 gare che ne hanno rallentato la corsa) e il Napoli a 8. Garcia ha perso solo 4 gare, ma ha appena 1 punto in più di Pioli che, pur collezionando 9 sconfitte, ha vinto 2 gare in più. Hanno pesato i 13 gol di Klose, i 10 di Felipe Anderson e anche i 9 di Mauri. «Se mi portano Cristiano Ronaldo, io me lo prendo» ha scherzato Rudi la scorsa settimana. Senza sognare il Pallone d’oro, basterebbe il centravanti di ruolo che oggi non c’è. Andrà acquistato o e anche di primo piano. E’ vero che Doumbia fa la prima punta, ma per vedere quanto sia importante schierarne una, la Roma ha dovuto aspettare la primavera. Da metà novembre, quindi da quasi sei mesi, un attaccante non segnava per 2 gare di fila: l’ultimo era stato ovviamente Ljajic, contro Torino e Atalanta. Destro, per la cronaca, era a quota 5 quando è passato al Milan. Sono le reti che fin qui hanno messo insieme le punte giallorosse che abbiamo visto in campo proprio nelle ultime 2 gare: Gervinho (a digiuno in campionato dal 30 novembre) e Doumbia, 2 a tsta, Iturbe 1 (fermo dal 5 ottobre) e Ibarbo 0. Da solo ha fatto come loro Florenzi. Che ormai fa il terzino o al massimo l’esterno di centrocampo.
LIEVE CRESCITA A conferma di quanto la fase realizzativa incida sul rendimento della Roma e quindi in classifica, le 5 reti in 2 gare (3 contro il Sassuolo e 2 contro il Genoa) hanno certificato lo scatto verso il secondo posto, superando la Lazio, ora terza a 1 punto, e staccando il Napoli, quarto a 5. Sono passati, però, quasi quattro mesi dall’ultima doppietta, quella di Totti nel derby dell’11 gennaio. Doumbia, in dubbio per la gara di sabato al Meazza contro il Milan, è diventato il 16° marcatore della stagione. Un anno fa furono 17. Ma per vincere ne serve uno. Da 20 gol. Come Tevez che li ha già fatti. E si è preso lo scudetto.