(A. Austini) – Il gruppo prima di tutto il resto. Anche di Totti. Garcia batte sul tasto dell’«unità» nella giornata che riconsegna il sorriso ai romanisti. Sul campo e sugli spalti, ancor prima di sapere che la vittoria sul Genoa è valsa il controsorpasso sulla Lazio. Il tecnico sottolinea il «grande spirito di squadra. È stato il successo del collettivo, quando tutte le componenti sono unite è più facile vincere».
Il suo contributo l’ha dato con le scelte. Pesanti. Perché tenere Totti fuori un’altra volta è una di quelle decisioni «pesanti» che toccano a un allenatore. «L’ho deciso stamattina (ieri, ndr) – spiega Rudi probabilmente bluffando – volevo un modulo di gioco con due attaccanti veloci. Lo stato d’animo di Francesco? Basta leggere quello che ha scritto pochi giorni fa: restando uniti avremo più chance di qualificarci alla Champions. Totti ha sempre avuto un atteggiamento da grande capitano, è importante anche fuori dal campo, pensa solo alla Roma e dirà ancora la sua da qui al termine della stagione». L’esclusione del numero 10 è coincisa con l’ascesa di Doumbia. Da flop spernacchiato a bomber: nel calcio le cose possono cambiare in pochi giorni. «Ora è in condizione – ricorda Garcia – il lavoro sta fruttando. L’area di rigore è il suo giardino, conosce ogni centimetro ed è importante avere un giocatore così ma non necessario: dipende dal tipo di partita».
L’altro acquisto di gennaio, Ibarbo, ha strappato altrettanti applausi. «È un giocatore generoso e intelligente, si è “abbassato” a centrocampo e ci ha dato tanto equilibrio. Ora si deve convincere che può fare anche gol e assist. Le polemiche sul mercato? Dentro Trigoria siamo sempre stati convinti e fiduciosi sulle scelte fatte. Doumbia e Ibarbo avevano bisogno di tempo e adesso ci stanno ripagando».
Da qualche tempo la Roma è diventata più «operaia». Una metamorfosi voluta dal francese. «Stavolta dovevamo attaccare col 4-3-3 e difenderci con il 4-4-2. Poi, quando il Genoa ci ha messo in difficoltà, siamo stati ancora più coperti con l’ingresso di Holebas. I giocatori hanno capito che la base è dare tutto e impegnarsi. Il calcio champagne forse tornerà più avanti, e se non dovesse succedere non importa perché l’importante è vincere le partite che mancano». Obbligato un passaggio sullo scatenato Florenzi. «È un ragazzo d’oro e un giocatore di alto livello. Lo conoscevo prima di arrivare qui e non l’ho mai sottovalutato».
Allo stadio si temeva la contestazione, invece la Curva ha tifato, soprattutto alla fine. «Volevamo fortissimamente la vittoria all’Olimpico, complimenti ai tifosi. Arriverà seconda la squadra che lo vuole di più e dobbiamo essere noi». Per lo scudetto bisogna ripassare l’anno prossimo. «Complimenti alla Juve – la chiosa di Rudi – ha strameritato. Barzagli dice che l’ho caricati io? Non credo avessero bisogno delle mie parole». Un nemico in più, a volte, fa comodo.