(F. Maccheroni) – Le cifre parlano chiaro. La Roma, in questo girone di ritorno tormentato, ha ottenuto più punti senza Totti in campo. È giusto che un allenatore ne tenga conto e cerchi di ottenere il massimo per assicurarsi il secondo posto e salvare, se non la stagione, almeno il gruzzolo-Champions. Poi si vedrà. Un momento: che cosa si vedrà? Totti difficilmente. Se non è più utile in una squadra con Gervinho-Ibarbo-Doumbia-Iturbe, siamo arrivati a «quel giorno» che prima o poi doveva arrivare. La Roma non ha più bisogno di Totti. La «detottizzazione» anticipata quattro anni fa da Baldini, vanificata dai gol, dalla classe, dal cuore del giocatore italiano più forte che ricordiamo, è ormai a buon punto. E «il capitano», il primo a dire che non sarà mai un problema, sa di essere ai margini.
Giocherà a Milano? Forse: se non recupera Doumbia e se Garcia non si fiderà dell’inaffidabile Iturbe. Pensate. Garcia, che probabilmente non sarà ricordato come Liedholm o Capello, passerà alla storia per aver accompagnato l’addio di Totti. Lasciamo perdere le frasi a effetto, i «voglio vincere con il mio capitano». Gli basta Gervinho. Chi vuole quattro giocatori da 5 gol e non uno da 20, non può pensare a Totti che ne può fare uno o cinquanta perché non ha limiti. Chi pensa che l’area sia il «giardino di Doumbia», non può ricordare la doppietta di Totti alla Lazio: non era un giardino, era il paradiso