(F. Maccheroni) – Spigoletta? Meglio telline, che a maggio danno il meglio. Trigoria? Buona per la colazione, poi libera uscita. Il resto è fritto misto: solite ipotesi di ritiro, solito scaricabarile e arrivederci a martedì, sapendo che domenica sera ci sarà l’Udinese, che fa rima con Genoa o Sassuolo (Zaza in panca, dentro Floccari, pensate un po’). L’ennesima prova dell’inaffidabilità della Roma di Garcia e Sabatini, finisce qui, mentre ricomincia l’altalena delle finte emozioni che precederanno il derby: Lazio o Roma devono vincerlo per sperare in un secondo posto al quale il Napoli ha fatto il possibile per rinunciare. La Lazio è più squadra, più forte, allenata meglio, con un allenatore che ha lavorato meglio. Garcia sbaglia formazione, sbaglia i cambi, tutto. E quando racconta qualcosa? Prima della trasferta milanese sembrava preparare un intrigo internazionale. Parola d’ordine «concentrazione». S’è visto.
Dopo la sconfitta? Tre partite, tre finali, tre vittorie. Tempo fa erano dodici, nove. Un conto alla rovescia. Baldissoni? Bacchetta i tifosi che esprimono opinioni. Questo è il suo segno di vita, pensate.In questo clima basterebbe un ritiro? Sì, quello di Garcia.