(F. Fiano) – Hanno un nome, un cognome e ora una condanna i «fottuti idioti» contro cui si era scagliato il presidente della Roma, James Pallotta, in una delle fasi più difficili della già tormentata stagione giallorossa. Quaranta tifosi romanisti vengono raggiunti in queste ore da un provvedimento di Daspo. Sarebbero loro i responsabili della presunta «strategia» per danneggiare la proprietà americana fatta di scontri, contestazioni, striscioni e forse altro. Tra questi ci sarebbero diversi esponenti della sigla ultrà Padroni di Casa, vicina al movimento di estrema destra CasaPound. I loro nomi sono in una corposa informativa fornita dalla Digos al pm Eugenio Albamonte. Nel documento vengono messi insieme diversi episodi degli ultimi mesi, tutti riconducibili, secondo il pm, a una stessa matrice. Tra quelli più noti c’è la contestazione, gli sputi e gli insulti alla squadra chiamata sotto la curva Sud dopo la disfatta in Europa League contro la Fiorentina. Ma anche gli scontri con i laziali nell’ultimo derby e gli striscioni e i cori che hanno portato l’Olimpico giallorosso a collezionare salate multe e sette squalifiche del in due anni, parziali (la curva) o totali (le partite a porte chiuse). Un danno economico e di immagine per la proprietà impegnata nel lancio internazionale del marchio Roma e nel progetto del nuovo stadio. L’informativa cita poi il lancio di molotov contro due Roma Store nei mesi scorsi. Gesti non attribuibili ai tifosi raggiunti da Daspo ma che sarebbero «dimostrativi» del clima attorno alla gestione americana. Stesso discorso per lo striscione comparso in occasione di Roma-Napoli del 4 aprile contro la madre di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso dall’ex ultrà giallorosso e di estrema destra, Daniele De Santis. Le indagini non hanno potuto accertare l’appartenenza a un gruppo ultrà dei quattro tifosi che lo sostenevano (identificati, vanno a processo per reati da stadio), ma gli investigatori annotato comunque dettagli ritenuti significativi. La scritta «Che cosa triste… lucri sul funerale con libri e interviste», che tanto fece infuriare Pallotta, compariva in uno spicchio ben caratterizzato della Sud ed era contrassegnata da un punto esclamativo stilizzato come un fascio littorio. Lo stesso slogan – come denunciato anche dal blog di contro informazione Identità Insorgenti – sarebbe stato lanciato da membri di Casa Pound Napoli alla vigilia della gara. Scritte simili per De Santis sono apparse sui muri della Capitale. A che cosa miri questa strategia di tensione attorno alla Roma americana non è chiaro fino in fondo, ma che ci sia l’obbiettivo preciso di creare problemi a Pallotta è, secondo gli inquirenti, fuori di dubbio. Lo stesso presidente ne sarebbe ben conscio, tanto che la procura ha anche valutato di ascoltarlo come testimone. Ipotesi accantonata, almeno per ora.