(C.Zucchelli) – Per capire la sua storia, in fondo, basterebbe guardare il mondo al contrario. E non soltanto perché adesso Iturbe, dopo le vacanze a 5 stelle in uno dei più rinomati hotel di Ibiza, è passato al freddo del Sud America (Argentina prima, Paraguay tappa finale). Il mondo al contrario di Manuel Iturbe è quello che si è capovolto in un anno: si va su Twitter, si cerca #welcomeiturbe, hashtag di benvenuto scelto dalla Roma, e si rileggono le migliaia di tweet che, poco meno di dodici mesi fa (era il 18 luglio) salutavano l’arrivo a Trigoria del colpo del mercato. Giallorosso e non solo, visto che (anche) per lui erano saltati i rapporti tra Antonio Conte e la Juventus.
CAPOFILA Iturbe era l’oggetto del desiderio di mezza Italia, Sabatini lo portò a casa dopo averlo seguito e corteggiato da gennaio e dopo aver incentrato tutto il resto del mercato in base ai soldi spesi per averlo strappato alla concorrenza. La maglia scelta, la numero 7, sembrava quella di un destino che di nome fa Bruno e di cognome Conti, e non solo perché il piede buono era il sinistro, quello dei grandissimi. Dodici mesi fa i riflettori erano puntati su di lui, tanto che la Roma, dopo la conferenza di presentazione, scelse un profilo discreto: testa bassa, lavorare e interviste ridotte all’osso, poche e possibilmente tutte ai canali di casa.
L’ATTESA «Parlerà il campo per lui», si diceva a Trigoria. I tifosi lo aspettavano, i compagni pure e qualcuno (vedi Florenzi) era persino spaventato dalla concorrenza visto che, oltre al suo arrivo, erano stati confermati due titolarissimi, cioè Ljajic e Gervinho. Chiese a Garcia, il novello sposo Alessandro, di potersi giocare le sue carte, il tecnico lo rassicurò, così come rassicurò Iturbe che la pressione non sarebbe stata un problema.Lo è stata eccome, invece.
LA DELUSIONE Dopo una partenza a mille (gol e prestazione super col Cska Mosca in Champions, gol a Torino contro la Juventus), complici i problemi muscolari e i tanti colpi ricevuti dagli avversari con segni sulle caviglie ben visibili (ben 7 sono state le partite saltate per guai fisici), Iturbe si è perso per strada, diviso tra panchine, musi lunghi, fischi della gente e incomprensioni tattiche con lo stesso Garcia. «Roma, città di allenatori e commercialisti» (citazione di Daniele De Rossi) sembra non avergli perdonato gli oltre 25 milioni complessivi spesi per il suo cartellino, come gli hanno rinfacciato alcuni tifosi inferociti la sera dell’eliminazione dall’Europa League nel derby tutto italico contro la Fiorentina targata Montella. Iturbe c’è rimasto male («ma mica mi sono comprato da solo», ha confidato in lacrime ai dirigenti giallorossi), salvo poi trovare la forza di ricominciare.
LA RINASCITA? E miglior modo di farlo, nella città degli allenatori, dei commercialisti ma anche dei tifosi a cui basta poco per dimenticare tutto, non poteva trovarlo: gol nel derby, il quarto di una stagione impietosa nei numeri ma che, almeno, gli ha regalato la due cose. Un carattere più forte e una fidanzata, Guadalupe Gonzalez, ex finalista di Miss Universo, con cui condividere gioie e momenti duri. Ce ne saranno, visto che la Roma sta rivoluzionando il reparto offensivo e per Iturbe sarà ancora più difficile conquistarsi il posto. Avrà tempo per farlo, ma non da subito: salterà la prima giornata, dopo aver preso un’inutile ammonizione contro il Palermo. La sua crescita passerà anche dall’evitare queste ingenuità.