(F. Ceniti) – E adesso che cosa accadrà al Catania dopo la confessione di Pulvirenti? Squadre e giocatori indagati come ne usciranno? Domande da bar sport, ma anche da gente comune che ieri ha ascoltato le novità dell’ennesima inchiesta sul calcio malato. Ecco qualche chiarimento:
1) Il Catania dopo le ammissioni del suo presidente che cosa deve aspettarsi dalla giustizia sportiva?
Se prima di ieri c’erano già pochi margini di manovra per evitare la retrocessione, ora queste tenui speranze sono state spazzate via. Se va bene la squadra siciliana ripartirà dalla Lega Pro e con dei punti di penalizzazione. Le responsabilità del numero 1 di un club si paga in modo che la giustizia sportiva definisce «diretto». E prevede la pena dall’esclusione del campionato di competenza e l’assegnazione a uno dei tornei categoria inferiori.
2) Quindi il Catania potrebbe finire tra i dilettanti?
E’ una ipotesi: siamo alla presenza di combine plurime e continue (anche se secondo Pulvirenti non consumate). Un fatto gravissimo, la retrocessione scatta anche per un solo tentativo. Ma qui potrebbe aiutare la scelta del patron catanese: collaborare con la giustizia serve a ottenere uno sconto. Ecco, se il presidente aiuterà la Procura federale a fare chiarezza anche su eventuali sospetti in altre gare, facendo nomi di altri tesserati, allora il club potrebbe ripartire dalla Lega Pro. Molto dipenderà dall’abilità dell’avvocato Edoardo Chiacchio, scelto dal Catania per il dibattimento sportivo.
3) E cosa accadrà agli altri tesserati finiti ai domiciliari, compreso l’ex d.s. Delli Carri?
Per ora non hanno collaborato, rifiutandosi di rispondere al gip. Ma questo è accaduto prima della confessione di Pulvirenti. Ora è facile immaginare un cambio di strategia: dall’ottobre 2014 si rischiano fino a 9 anni di carcere per le frodi sportive. E nel processo sportivo, senza collaborazione i tesserati potrebbero essere radiati. Ecco perché è facile immaginare altre confessioni: devono essere totali e non parziali. Insomma, a Delli Carri potrebbero essere chieste altre situazioni per ora ai margini dell’inchiesta. Come il «favore» da chiedere al collega Giuntoli, ex d.s. del Carpi ora al Napoli, oppure il significato delle parole sul Bari («fanno palazzine diverse dalle nostre»). E ancora: cosa voleva dire sul «maestro» Lo Monaco e sul fatto che Delli Carri si vantava di fare certe cose da 30 anni?
4) E i giocatori indagati, che cosa rischiano?
Molto dipenderà da quello che diranno agli inquirenti gli intermediari Arbotti e Di Luzio. Pulvirenti li accusa di aver millantato, ma alcuni contatti sono dimostrati. I giocatori coinvolti nelle combine (anche solo tentate) possono essere squalificati da 3 a 5 anni, mentre se hanno rifiutato senza denunciare, rischiano l’omessa (6 mesi di stop). Stessa cosa per l’ex allenatore del Catania, Dario Marcolin, che non avrebbe schierato il giocatore Schiavi nella sfida di Bologna su pressione di Pulvirenti: temeva potessero corromperlo.
5) E come la mettiamo con le 5 avversarie del Catania nelle gare considerate comprate?
Sono Varese, Trapani, Latina, Ternana e Livorno. Se sarà dimostrato il coinvolgimento dei loro tesserati (giocatori), allora rischiano una penalizzazione in classifica. Due punti o più se i calciatori avvicinati sono due o oltre. Penalizzazione che deve essere afflittiva e quindi può essere data anche sulla stagione appena conclusa se comporta un danno evidente (la retrocessione, ad esempio). Altrimenti si applica sul nuovo campionato. Tra le squadre che potrebbero restare coinvolte ci sono pure Brescia, Cittadella e Carpi.