(A. Catapano) E la chiamano estate… Anche questa si annuncia lunga, lunghissima. Un grande classico del calcio italiano: scandali sotto l’ombrellone. Solo che stavolta sono davvero troppi, e da tanti fronti, per non ipotizzare che i campionati di almeno tre categorie — Serie B, Lega Pro e Dilettanti — scattino in ritardo. Quanto? Lo stabilirà la celerità delle inchieste dell’ufficio coordinato da Stefano Palazzi, che prontamente ieri ha aperto il suo fascicolo (e annunciato l’acquisizione degli atti della Procura di Catania). Non proprio un fulmine di guerra (ma molto spesso per colpe non sue), da tempo finito nel mirino del Coni (il procuratore generale Cataldi, per usare un eufemismo, non lo stima), recentemente accusato pure di insabbiare le inchieste da quei campioni di trasparenza della Lega Pro, ieri, appena deflagrata la bomba di Catania, Palazzi si è affrettato a dire che «…la Procura federale aveva già avviato precedenti procedimenti sulla base delle segnalazioni ricevute sul flusso anomalo di scommesse». Vero. Anche perché le segnalazioni di Federbet sulle partite del Catania erano finite su tutti i giornali.
CE LA FA? NON CE LA FA? – Strana la vita. Stefano Palazzi dovrà gestire l’ennesima estate calda del calcio italiano. Proprio il procuratore che il presidente Tavecchio aveva appena deciso di ridimensionare (c’era anche la data, dal 2 luglio), affidandogli la sezione napoletana della nascente Procura Dilettanti, progetto studiato proprio per snellire il lavoro e velocizzare i tempi della giustizia sportiva. Nulla di fatto. Saggiamente, Tavecchio ha fatto un passo indietro. Palazzi resta al suo posto, e del resto chi altri avrebbe immediatamente le stesse competenze per valutare le violazioni e gli illeciti sportivi che le inchieste prefigurano? Cremona-2, Catanzaro 1 e 2, Napoli: dall’inchiesta bis su Mauri e Lazio-Genoa all’indagine sulla tentata estorsione di Lotito, di cui si attende il deferimento (tardivo) entro questa settimana. In mezzo, le combine del Teramo per salire in B e adesso pure quelle del Catania per non scendere in Lega Pro (col coinvolgimento di chi quelle partite ha venduto). Senza dimenticare l’altro filone di Cremona su Colantuono e Zamagna, allora tecnico e d.s. dell’Atalanta (rimasta in A per soli 3 punti sul Cagliari). Ballano possibili radiazioni, retrocessioni e penalizzazioni. Insomma, dalla D alla A (seppure coinvolta marginalmente) sarà un’altra indimenticabile estate. E per Palazzi l’ennesima corsa contro il tempo, stavolta davvero disperata: concludere i processi sportivi (due gradi di giudizio, più il pronunciamento del Collegio di garanzia del Coni) entro agosto. Solo se rinunciasse agli interrogatori potrebbe farcela, ma in questo modo i processi sarebbero monchi in partenza.
CHI HA PIU’ DIRITTO? – Senza contare il grande capitolo dei ripescaggi: se ne annunciano tanti, per rimpiazzare le società retrocesse o penalizzate per illecito sportivo (a cominciare dal Catania, ovviamente) e quelle senza i soldi per iscriversi (a parte il caso Parma, in Lega Pro almeno una decina). Venerdì il Consiglio federale stabilirà finalmente i criteri: varranno quelli vecchi o verrà introdotta qualche novità? Anche su questo fronte, ci aspetta un’altra estate di polemiche, ricorsi e attese infinite per i calendari. Ma ormai nel calcio, come dice Malagò, «non c’è più limite al peggio».