(D.Stoppini) – So resistere a tutto, tranne che alle tentazioni. Oscar Wilde la sapeva lunga. Che se poi il matrimonio vive un momento delicato, magari diventa pure più facile regalarsi un po’ di malizia nei comportamenti. Dev’essere successo qualcosa di simile a Trigoria. Storia di inizio giugno, campionato appena concluso, Rudi Garcia che fa la «sparata» sulla Juve «irraggiungibile» e si autoinvita al vertice societario di Londra, in cui non sarà mai ricevuto da Pallotta. In quei momenti nessuno scenario poteva essere escluso. Neppure l’addio del tecnico. E allora così si spiega, negli stessi giorni, un colloquio tra il c.t. Antonio Conte e i dirigenti della Roma.
Una chiacchierata piacevole, favorita da amicizie comuni. Un sondaggio, per capire la disponibilità di Conte a sposare il progetto Roma. Niente da fare: il c.t. non voleva lasciare a metà il lavoro con l’Italia e la Roma stessa non aveva certezze su Garcia. L’amore non è sbocciato, ma non perché le parti non si siano piaciute. Elemento da tenere in considerazione tra un anno, quando il contratto di Conte con l’Italia sarà scaduto e il feeling potrebbe tornare d’attualità. Ma guai a sottovalutare Garcia, in questa storia. Perché il matrimonio con la Roma nel frattempo è rimasto in piedi. Oggi a Trigoria il francese, con una riunione operativa, aprirà di fatto la stagione numero 3 a Roma. E a Lille 3 fece rima con vittoria.