(A.Catapano) – Fa gioco a Marino, fa gioco alla Roma. Il sindaco gioca la sua partita personale, ma ne beneficia il progetto Tor di Valle. Lo stadio (e il business park) che verrà — «A 24 mesi dalla prima pietra», assicurano tutti — convince senza riserve il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio, così Marino può rivendicare con orgoglio l’operato della Giunta — «Per Delrio — dice — il progetto dimostra che l’amministrazione è solida e, oltretutto, attrae capitali stranieri» — , mentre Pannes e Parnasi sventolano il benestare del governo: l’appoggio politico che cercavano da mesi finalmente c’è. «Una grande sfida, non solo di Roma ma di tutto il Paese — afferma Delrio —: per dimostrare al mondo che siamo capaci di costruire un’opera bella e complessa con risorse definite e tempi certi».
IL MIX GIUSTO – A patto, ovviamente, che il progetto conservi fino in fondo le prescrizioni imposte dal Comune per soddisfare i requisiti della pubblica utilità, cioè quelle opere infrastrutturali da trecento milioni di euro che andranno completate (dai privati) contestualmente alla costruzione dello stadio, «altrimenti — ammonisce Marino — non si giocherà nessuna partita». È qui che passerà larga parte della «riqualificazione urbana» che sindaco, club e costruttore da mesi rinfacciano a chi li accusa di lavorare all’ennesima speculazione edilizia. «Saranno investiti milioni sul trasporto pubblico di un intero quadrante — rivendica Marino,accompagnato all’incontro dagli assessori Caudo (Urbanistica), Pucci (Lavori pubblici), Improta (Mobilità) —, il 70% delle persone si recherà allo stadio senza usare la propria vettura». «Ci si arriverà perfino in bicicletta», azzarda Pannes.
Vedremo. Intanto, la presentazione del progetto consegnato giusto una decina di giorni fa al Comune (che lo licenzierà entro la metà di luglio, mettendolo nelle mani della Regione), fatta anche ieri con l’ausilio della Lend Lease e alla presenza dell’archistar Libeskind, fa dire al ministro Delrio che è «un lavoro molto buono, che tiene insieme qualità progettuale e interesse pubblico». Lo stadio, le torri, l’area intrattenimento, i parchi, i ponti pedonali, il prolungamento della metro, il collegamento con l’aeroporto di Fiumicino, proprio questo mix pubblico-privato ha convinto Delrio, al punto da fargli dire che «se realizzata così, quest’opera diventerà un modello per tutti». Bene, benissimo. Mancano solo i soldi, non un dettaglio. «Li troverà Goldman Sachs», assicura Marino. «Gli sponsor non sono stati ancora scelti. E li riveleremo solo quando poseremo la prima pietra», precisa Pannes. Quando, a questo punto dipenderà dalla Regione.