(M. Iaria) – Ora che il sorteggio ha accoppiato La Fiorita al Vaduz del Lichtenstein, Damiano Tommasi sta già facendo un pensierino al 2° turno preliminare di Europa League. Ma è nel suo spirito da combattente. Quel che conta è che tornerà a giocare almeno due partite internazionali a distanza di 9 anni dall’ultima volta (Middlesbrough-Roma 1-0, andata ottavi di Coppa Uefa, 9 marzo 2006). In questo arco di tempo si è avviato alla carriera dirigenziale diventando presidente dell’Aic, ma non ha smesso di tirare calci a un pallone, divertendosi con i dilettanti del Sant’Anna.
Com’è nata questa scommessa?
«Qualche settimana fa ho incontrato Andy Selva, presidente del sindacato calciatori di San Marino, che conoscevo dai tempi del Verona. Parlavamo di politica sportiva, a un certo punto mi ha fatto una battuta: “Perché non vieni con noi in Europa League?”. Io ci ho riflettuto e ho detto sì».
Perché?
«L’ho fatto per i miei figli, soprattutto i maschietti che non mi hanno mai visto giocare in una vetrina europea. E poi l’ho fatto perché ho voglia di dare una mano a questi ragazzi. Loro hanno la possibilità di avere due prestiti: hanno scelto me e Adrian Ricchiuti, che vive a Rimini».
Si sente ancora un calciatore?
«Professionista no. Con il Sant’Anna D’Alfaedo, in Seconda categoria, riesco a fare più le partite che gli allenamenti. Troppi impegni. Venerdì giocherò un’amichevole a San Marino, poi mi allenerò a casa aumentando i carichi. I dubbi sono legati alla tenuta fisica per 90 minuti».
Il ruolo è il solito? Mediano tutto fosforo?
«Per la verità al Sant’Anna ho giocato di più come centrale di difesa, per necessità. Con La Fiorita tornerò a centrocampo. Spero di non essere un peso per la squadra…» .