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IL TEMPO Stadio della Roma, cosa va: si rivaluta un quartiere lasciato al degrado. E la metà dell’area diventa “green”

Progetto definitivo Stadio della Roma
Progetto definitivo Stadio della Roma

(F. Magliaro) «Il progetto di Tor di Valle – si legge nella relazione tecnica che illustra gli interventi di tipo paesaggistico – va letto come un tassello all’interno del sistema ambientale territoriale: intorno al Grande Raccordo Anulare esiste una grande varietà di aree senza una destinazione definita, spesso abbandonate o incolte. Questi spazi, che costituiscono ad oggi un fattore di degrado, rappresentano invece una grande potenzialità per ricomporre il mosaico ambientale, per riconnettere le aree naturali protette e la città storica, per la creazione di nuovi parchi».

Presentando alla stampa, lo scorso 15 giugno, il progetto, Andreas Kipar, architetto paesaggista e presidente della Land, la società che cura gli aspetti ambientali del progetto, spiegava: «Questa è un’infrastruttura per l’ambiente, un’infrastruttura verde. La metà dell’intervento è destinata a parchi. Siamo in presenza dell’agro romano e del paesaggio fluviale. Noi siamo entrati nel progetto con l’ottica di creare un passe-partout verde per rigenerare dei territori che sono abbandonati ma che sono perfettamente funzionanti a livello naturale e paesaggistico».

Da un punto di vista tecnico, le aree di parcheggio non è previsto che siano impermeabilizzate. Anzi, la superficie dedicata ai posti all’aperto per le macchine non sarà cementificata ma verranno impiegate quelle «mattonelle» traforate che lasciano cresce l’erba e, contemporaneamente, drenano le acque piovane, proprio al fine – spiegano i progettisti – di evitare il rischio di «sovraccaricare» i terreni di acque meteoriche e, quindi, non creare problemi di impermeabilizzazione.

«Questa – si legge nella relazione paesaggistica – è la prima green infrastructure romana in grado di offrire più benefici attraverso il corretto sviluppo di un’unica area: viene garantita la continuità tra i sistemi ambientali di Tenuta dei Massimi e di Laurentino Acqua Acetosa; estende e connette il sistema ambientale del raggio verde lungo il Tevere, come transizione tra la Riserva Naturale del Litorale Romano e la natura urbana all’interno della cintura del GRA; migliora il valore ecologico delle aree esistenti, come il parco fluviale e il parco agricolo, con la realizzazione di ecosistemi sani; e, infine, propone un approccio integrato nella progettazione degli spazi aperti: aree con importanti funzioni ecologiche costituiscono allo stesso tempo una grande offerta di spazi e funzioni pubbliche, di intrattenimento e sportive per la città».

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