«Ho sbagliato e sono pronto a pagare le conseguenze. Ma va subito chiarita una cosa: i miei errori sono scaturiti dal fatto che sono stato pesantemente minacciato di morte. Ho ricevuto lettere minatorie e proiettili. Ho denunciato tutto alla magistratura. Ho fatto i nomi». Lo ha affermato, parlando con i giornalisti nel centro sportivo «Torre del Grifo» a Mascalucia (Catania) il patron del Calcio Catania Antonino Pulvirenti, arrestato nei giorni scorsi e poi rimesso in libertà nell’ambito dell’inchiesta «I treni del gol» sulle partite ‘truccate’ della serie B che avrebbero consentito alla sua squadra di raggiungere la salvezza.
Il Centro sportivo «Torre del grifo» era presidiato dalle forze dell’ordine per paura di una reazione da parte della tifoseria. «Oggi purtroppo – ha aggiunto – scriviamo una pagina nera dopo 11 anni di gestione del Calcio Catania. Il Catania è in vendita. Dopodomani incontrerò una delegazione di imprenditori, in tutto una quindicina, guidati dall’assessore comunale Girlando. Speriamo di raggiungere un accordo con questa cordata o con una eventuale che dovesse presentarsi, ma se il Catania non dovesse trovare un acquirente allora andremo avanti con una dirigenza nuova, allenatori nuovi e giocatori nuovi. Riprenderemo la strada che è stata interrotta per una mia debolezza».
«Cosa non rifarei? – ha proseguito -. Non metterei assolutamente la passione che ho messo. Sono stato debole e adesso pago. Se potessi tornare indietro sarei certamente più freddo, forse un pò più cinico. Ripeto, ho fatto tutto per onorare la maglia del Catania». Pulvirenti, con gli occhi visibilmente lucidi ha anche detto: «Penso che per dovere chiedere scusa a qualcuno sia necessario aspettare il processo, anche se la mia responsabilità è totale». Parlando con i giornalisti del suo rapporto con l’ad Pablo Cosentino – anch’egli finito ai domiciliari nell’ambito della stessa inchiesta – Pulvirenti ha detto: «È stato fallimentare. Devo ammetterlo. Il lavoro svolto da Pablo è stato deficiente anche se lo ritengo un buon dirigente. Certamente con lui non ci sarà più futuro insieme». Pulvirenti è anche indagato insieme ad altre 13 persone dai magistrati della Procura di Catania per bancarotta fraudolenta in relazione al dissesto della Wind jet, la compagnia aerea low cost ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. Parlando della vicenda ha detto solamente: «Vedremo cosa succederà nel processo…».
Prima di lasciare la conferenza stampa Pulvirenti ha presentato il progetto del nuovo stadio: «Questo – ha detto – è patrimonio del Catania. La nuova cordata potrà tenerlo in considerazione oppure cestinarlo. Io lo presento perchè per un anno un pool di architetti ci ha lavorato…»