(G. Piacentini) La buona notizia è che, finalmente, la Roma è riuscita a mettersi in contatto con Gervinho, che avrebbe garantito la sua presenza per il giorno del raduno,a Trigoria, domenica 5 luglio. Una rassicurazione che la società aveva avuto anche lo scorso anno, ma che non bastò per vedere l’ivoriano aggregarsi ai compagni di squadra in partenza per la tournée negli Stati Uniti. Problemi di passaporto, si disse, anche se più di qualcuno avanzò il sospetto che il mancato rientro fosse dovuto, più che altro, alle trattative per l’adeguamento del suo contratto a un solo anno di distanza dall’arrivo nella Capitale.
Oggi – questo è l’altro lato della medaglia della vicenda – forse sarebbe meglio che l’ivoriano si prendesse qualche giorno in più di vacanza. Perché, nonostante le sue smentite a France Football e quelle dell’Al-Jazira sui reali motivi che hanno fatto saltare la sua cessione, il ritorno a Roma dell’ivoriano rischia di dare più problemi che vantaggi.
Gervinho, infatti, non è visto di buon occhio da una parte consistente della tifoseria, ma ora anche all’interno di Trigoria. La dirigenza, che già aveva programmato di mettere i 13/14 milioni della sua cessione nel bilancio che si è chiuso il 30 giugno, non ha preso bene la sua retromarcia. Il rapporto con il resto del gruppo, che già a stagione in corso lo aveva messo da parte, è logoro.
La situazione è precipitata dopo il ritorno dalla Coppa d’Africa, vinta con la nazionale della Costa d’Avorio: la disparità di trattamento da parte di Garcia, rispetto ad alcuni compagni, è stata una scelta che il tecnico ha pagato sulla propria pelle e che non è stata ripagata dal comportamento successivo del calciatore. Motivo per cui anche lo stesso Garcia, con il quale Gervinho non condivide più il procuratore, visto che ora si affida ad un amico, non si è opposto alla sua cessione.
La trattativa saltata ha rimescolato le carte di un divorzio annunciato che sembrava accontentare tutti: la speranza è quella di riuscire a venderlo il prima possibile, ma per il momento le uniche manifestazioni d’interesse arrivano da mercati (la Cina) poco attraenti. La cosa certa è che la Roma ha fretta di prendere un nuovo attaccante e, per questo, è in attesa di definire anche la cessione di Mattia Destro al Monaco.
In pieno stile-Sabatini, si sta giocando su più tavoli: l’interesse su Edin Dzeko è reale ma la cifra richiesta dal City, circa 25 milioni di euro, è ritenuta troppo alta. Con quei soldi di attaccanti ne potrebbero arrivare due: il primo è Alexandar Mitrovic, ventenne serbo che gioca nell’Anderlecht. La Roma ha fatto un’offerta di 15 milioni, la società belga ne vuole tre in più. L’altro è Luiz Adriano, che è in scadenza e si può prendere con 7/8 milioni. L’accoppiata porterebbe da una parte un calciatore di enorme potenziale e dall’altra uno più esperto.
Per il centrocampo resta sotto osservazione Yohann Cabaye. Garcia, che lo ha allenato a Lille, ha provato a convincerlo a venire a Roma: nella stagione che porta ai campionati europei, che si giocheranno in Francia, l’operazione in prestito potrebbe avere senso. A patto però che il Psg paghi una parte dei 5,5 milioni di stipendio. Per la fascia sinistra si continua a seguire il ghanese Baba dell’Augsburg, per il quale sarebbe pronta un’offerta di 4 milioni per il prestito, più 11 di riscatto. Ufficializzato Iago Falque: in prestito di 1 milione con obbligo di riscatto fissato a 7 dopo la prima presenza ufficiale e un altro milione di bonus.