(G. Piacentini) Le indicazioni più importanti provenienti da Melbourne non sono arrivate tanto dai calciatori scesi in campo nell’International Champions Cup, ma da quelli che non lo hanno fatto: Edin Dzeko e Alessio Romagnoli, cioè due tra i nomi più caldi del mercato romanista. Il terzo è quello di Mohamed Salah, ormai scaricato da Mourinho e dal Chelsea (l’ipotesi è sempre quella di un prestito con obbligo di riscatto). Dzeko si è ormai promesso da tempo alla Roma («Ha un’opinione positiva della nostra squadra, ci segue e spero che la trattativa vada in porto», ha dichiarato ieri Miralem Pjanic), che vorrebbe chiudere con il City il prima possibile, anche per evitare possibili intromissioni (si è parlato di un interessamento del Porto). Per questo va interpretato come un segnale positivo per la Roma il mancato utilizzo di Dzeko, che nella gara disputata dai Citizens contro il Melbourne non è andato nemmeno in panchina.
In panchina c’era, invece, Alessio Romagnoli, ma quando Garcia ha richiamato dal campo Yanga-Mbiwa facendo entrare Capradossi e non lui, le voci di una sua imminente cessione hanno preso sempre più forza. A fine gara la Roma ha fatto sapere che non è entrato per un leggero affaticamento muscolare, ma il sospetto resta. Su di lui, infatti, si è già scatenata un’asta. Il Milan, che si è visto rifiutare un’offerta di 25 milioni, non è più solo. Ai rossoneri, infatti, si è aggiunto il Napoli, che avrebbe incontrato il suo agente per trovare un accordo economico prima di presentarsi a Trigoria con 28 milioni.
Nella sua trasferta londinese però Walter Sabatini ne ha parlato anche con Chelsea e Arsenal. Chi lo vuole, insomma, dovrà almeno pareggiare il prezzo di 30 milioni fissato dalla Roma che, tenuta in stand-by la posizione di Gervinho («È importante per noi» le parole di Garcia) proverà a piazzare anche Ljajic, Destro e Doumbia, destinato forse a fare ritorno al Cska. «Sono in corso negoziati – ammettono dalla Russia – e possiamo definire fondate le voci di un rientro a Mosca».