(A. Pugliese) Il primo Garcia assomigliava molto ad un nuovo Napoleone, pronto a lottare con tutti, anche con quei tifosi che contestavano a Riscone di Brunico la squadra nei suoi primi giorni dell’estate 2013. Il secondo, quello di dodici mesi fa, veniva da una stagione eccezionale, fresco di rinnovo fino al 2018, che poi non è altro che l’esternazione massima della fiducia di una società nei confronti di un professionista. Il terzo, quello che si è affacciato in questi giorni a Pinzolo, è diverso, quasi enigmatico. Meno frizzante del solito, a tratti forse un po’ crepuscolare. Insomma, il Garcia 3.0 è partito in modo molto diverso dal passato. Sarà perché forse si aspettava altro o perché magari la squadra è ancora in costruzione e questo gli mette qualche ansia di troppo. Di certo, è un Garcia che sembra meno felice e un po’ più inquieto.
NUMERI DOC Su tutto, va ricordato quanto di buono ha fatto Rudi Garcia in questi due anni giallorossi, con due secondi posti che hanno portato in dote alla Roma altrettante Champions League e quasi cento milioni di euro.
E non si può certo dimenticare che il tecnico francese è in assoluto quello che ha la miglior media punti di tutta la storia giallorossa in campionato (2,04 punti a gara , nei due tornei disputati). Di fatto, prima di lui nessuno ha fatto meglio, sempre se non si considerano i trofei (che però pesano più dei punti). Questo basterebbe per mettergli addosso quel sorriso che ha sempre avuto e che invece a Pinzolo si vede di rado. I motivi? Li sa ovviamente solo lui, magari il fatto che la squadra non sia ancora costruita non gli va giù. «È molto simile a quella dello scorso anno, l’unico acquisto è Iago Falque, di cui però sono felicissimo – ha sottolineato alla festa di martedì – Non dimentichiamoci però che molti di questi ragazzi ci hanno portato a due secondi posti».
ANSIE E SORRISI Già, la festa in piazza, proprio l’evento in cui Garcia è apparso diverso da tante altre volte. Il solito Rudi sarebbe stato più partecipe, avrebbe interagito di più, avrebbe anche rubato la scena. Invece questo è un Garcia più low-profile, da capire se per scelta o necessità. Qualcuno, tra l’altro, ha notato anche una certa freddezza al momento della presentazione di Darcy Norman, il preparatore atletico che ha sostituito Paolo Rongoni, l’uomo di sua fiducia. Potrebbero essere anche solo sensazioni, come quelle del campo del resto, quando i due di rado sono fianco a fianco, dopo aver condiviso i concetti base nel briefing pre-allenamento. Magari devono ancora solo conoscersi, piacersi, intrecciarsi. Per ora il rapporto è molto professionale, sulla scia del concept made in Usa: ad ogni professionista la sua area di competenza.
PARLA DARCY Per sminare ogni dubbio, almeno quelli attuali, ieri comunque ci ha pensato lo stesso Norman ad affrontare la questione sulla emittente di casa, Roma Tv. «Con Garcia c’è grande sintonia, il nostro lavoro è di supporto al suo. Stiamo cercando di integrarci. È un processo graduale in cui l’intesa è fondamentale e per ora non potrebbe essere migliore». E allora? Allora non resta che crederci. Anche se qualche sorriso in più da parte di Garcia alla fine farebbe piacere un po’ a tutti.