(A. Pugliese) – Si tornerà a lavorare oggi, un po’ per dimenticare il brutto k.o. subito sabato contro i modesti ungheresi del Gyirmot Gyor (Serie B) ed un po’ per preparare la tournée australiana, dove la Roma affronterà due amichevoli di lusso, prima contro il Real Madrid e poi con il Manchester City. Lì la squadra di Garcia avrà la possibilità di scoprire anche il giovane Daniel Da Silva (il 18enne centrocampista australiano acquistato lo scorso anno), che si aggregherà al gruppo proprio nella sua terra, ma soprattutto di recuperare tutta una serie di giocatori fondamentali: De Rossi, Pjanic, Nainggolan, Ljajic e Manolas su tutti. Ci sarebbe da sorridere, insomma, se non fosse che Rudi Garcia deve già convivere con tutta una serie di problemi e di ansie da risolvere possibilmente il prima possibile.
A CACCIA DI LEADERSHIP – La contestazione di sabato è stata inaspettata, perché giunta dopo appena sei giorni di ritiro e con una squadra intera (11 giocatori, molti di cui a tutti gli effettivi titolari) ancora ai box. Ma è un campanello di allarme da non sottovalutare, un red alert che deve far aprire gli occhi ad allenatore, squadra e società. La parte calda della tifoseria, quella che orienta gli umori della Curva Sud, non sembra felice e per tanti motivi. Garcia, dalla sua, ha la fortuna che domani lascerà Roma con la squadra e andrà a lavorare dall’altra parte del mondo, dove probabilmente si potrà isolare da tensioni, polemiche e ipotetiche frizioni (anche se oggi con i social network si arriva ovunque). Il tecnico, però, in questi 15 giorni deve soprattutto lavorare per recuperare autorevolezza e leadership sul gruppo. Anche a Pinzolo l’impressione è stata che si sia ripreso da dove si è finito, con la squadra che segue l’allenatore, ma probabilmente non lo vede più come la musa ispiratrice della prima stagione. Ovviamente è una sensazione parziale, non definitiva. Perché senza 11 giocatori non può essere che tale.
MERCATO IN STALLO – Poi Rudi Garcia dovrà fare i conti anche con la squadra, conti che nonostante le dichiarazioni di rito gli hanno tolto il sorriso da un po’. Juventus, Inter e Milan si sono rinforzate eccome e lo stanno facendo ancora, la Roma è ferma a Iago Falque, buon giocatore ma da solo nella casella degli acquisti giallorossi estivi. È vero che le squadre nel calcio moderno si fanno strada facendo, ma è anche vero che qualsiasi allenatore sarebbe più felice di partire con la squadra pronta, se non al 100% almeno quasi… E invece il d.s. Walter Sabatini sembra essersi impantanato, anche se in uscita ha piazzato un colpo d’oro come la cessione di Bertolacci a 20 milioni. Il problema, però, è comprare, portare a Roma gente che valga, che faccia la differenza, possibilmente non Holebas, Piris, Kjaer, Doumbia o compagnia bella. Insomma, la piazza non è più disposta a perdonare nulla ad un d.s. che in un anno ha perso tutto il credito acquisito in precedenza, tra errori e operazioni discutibili. E anche Garcia aspetta con ansia quegli acquisti (Dzeko e Baba su tutti) che gli potranno permettere di programmare meglio una stagione in cui la partenza sarà fondamentale. Dovesse essere falsa, sbagliando magari alcune partite in avvio, l’impressione è che i problemi diventerebbero infiniti.