(A. Pugliese) – A lui non chiedetegli sì o no, «oxi» o «nai». Nonostante una mamma sicuramente felice per la recente vittoria di Tsipras al referendum greco (Carmela Silva è eletta nella Camera dei Deputati spagnola con il Psoe, il Partito Socialista operaio spagnolo), la politica di Iago Falque è tutta altra cosa: campo, gol, scatti e guizzi improvvisi. Anche se poi anche lui, proprio come Tsipras, va all’attacco, eccome. «Sono venuto qui per vincere, questo è il mio obiettivo. E anche quello della società, sono le prime cose che mi hanno detto dopo aver speso così tanti soldi per portarmi a Roma». Esattamente 8 milioni (uno per il prestito, 7 per il diritto di riscatto obbligatorio alla prima presenza), più uno di bonus. Nulla però se paragonati ai 23,6 ufficiali di Manuel Iturbe, l’uomo con cui dovrà confrontarsi per giocare lì, all’ala destra.
VOGLIA DI VINCERE Iago Falque finora è il primo e unico nuovo acquisto della Roma, quella che da ieri fatica a Pinzolo (al via senza Totti, il capitano è arrivato in serata) e ci resterà fino a sabato. Qui lo spagnolo punta a convincere subito Rudi Garcia a dargli una maglia da titolare, anche se sa che la concorrenza non è poca. «Io sono un esterno destro, è lì che ho reso meglio al Genoa, anche grazie alla fiducia che mi ha dato Gasperini – dice lui – Nell’ultimo anno e mezzo ho fatto molto bene e voglio confermarmi. Prima non avevo la maturità giusta, quando sono tornato in Italia nessuno pensava potessi far bene. Ora voglio ripetermi anche qui e dimostrare di essere da Roma. La pressione? Non mi mette paura, quando arrivi in una squadra come la Roma sai che devi fare. Ma è quello che cerca un giocatore». La Roma, invece, cerca i gol ed in attesa che arrivi il centravanti dei sogni, magari può accontentarsi di quelli di Iago, che lo scorso anno al Genoa ne ha segnati 13. Fosse stato alla Roma, sarebbe stato il bomber stagionale. «Io mi aspetto di far bene come lo scorso anno e magari anche di arrivare a quella cifra – continua – Ma l’obiettivo vero è vincere. Cosa? Le competizioni per cui giocheremo, questa squadra punta ad arrivare sempre più in alto. Sono due anni che arriva seconda, dobbiamo lavorare per raggiungere la Juve».
LE COCCOLE DI RUDI Garcia nel suo piccolo se lo sta già coccolando, conscio che psicologicamente lo spagnolo ha bisogno proprio di questo. È successo ieri in allenamento, quando lo ha accarezzato dolcemente un paio di volte dandogli preziosi suggerimenti. Ed è successo a fine allenamento, quando lo ha spedito a firmare autografi tra i circa 400 tifosi presenti all’allenamento. Un modo come un altro per caricarlo, farlo sentire subito a casa, fargli vivere la sensazione di importanza e fiducia di cui ha bisogno. «Con il mister ancora non ho parlato di come dovrò giocare, ma mi conosce, sa quello che posso dare. Ripeto, sono un esterno destro, ma poi vedremo». Come la Roma vedrà partire avanti ancora alla Juve, nonostante i sogni. Forse, meglio difendersi dall’assalto di Napoli, Milan e Inter. «Ma noi guardiamo a noi stessi e basta, quello che fanno le altre non ci interessano. So che arriveranno altri giocatori e che abbiamo la squadra per competere con tutti». Se Iago sarà davvero lo Iago di Genoa, allora forse sì. E sarà contenta anche mamma Carmen. A prescindere dai no e dai sì.