(D. Stoppini) – La prima, magari pure l’ultima. Cose dell’altro mondo: mentre il Milan s’imbarca per la Cina, Alessio Romagnoli gioca a Melbourne contro il Manchester City, debutto stagionale con la Roma. Ma chissà quanto durerà. Perché sul difensore è in atto un braccio di ferro tra Trigoria e Milanello, a colpi di offerte, finti rialzi, presunti inserimenti di terzi, occhiolini figli di promesse, lasciapassare figli del mercato. La giornata di ieri, in questo senso, non ha fatto eccezione. Il Milan smentisce qualsiasi possibilità di aumentare l’offerta di 25 milioni di euro, la Roma è ferma sulla richiesta di 30. E non trovano conferme le voci di un pressing del Napoli, che pure aveva avvicinato il ragazzo un paio di mesi fa. È il gioco delle parti: chi fa il primo passo?
DI NUOVO BASA? E Romagnoli? È in attesa. A Mihajlovic ha garantito che in caso di cambio maglia, la destinazione sarà rossonera. E sa pure che il feeling con Garcia non è mai sbocciato. In fondo, che il francese non ami i giovani non è un mistero. Un anno fa, al posto di Benatia, aveva chiesto Marko Basa: chissà che la pista non torni d’attualità. A Sabatini è stato proposto Heurtaux: risposta freddina, semmai servirà un mancino. Sempre che dall’altro mondo — Cina o Australia — arrivino i segnali giusti.