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GAZZETTA DELLO SPORT Totti e quell’ultimo valzer senza fine

Totti
Totti

(M. Cecchini) Il grande avvenire, ormai, è quasi tutto dietro alle spalle. Certo, la frase folgorante che aveva lanciato la fortunata autobiografia di Vittorio Gassman in questo caso deve essere distillata tra le esigenze e le capacità di un attore e quelle, fisicamente più limitate nel tempo, di un calciatore, ma non c’è dubbio che per Francesco Totti la rappresentazione che prenderà il via oggi col raduno della Roma – la numero 24 in Serie A della sua carriera – corre il rischio di essere l’ultima.

RINNOVO O NO? D’altronde, a 39 anni da compiere a settembre, l’eternità calcistica del capitano giallorosso è inevitabilmente intaccata dal tempo che passa. Intendiamoci, prima di sancire la discesa del sipario su Totti, meglio aspettare la conclusione di quella che si presenta già come una sorta di telenovela mediatica: il rinnovo di contratto su base annuale. Le prime avvisaglie sono state consumate, col presidente Pallotta che ha detto: «Deciderà Francesco se continuare o meno», e il capitano che ha confermato: «Dipenderà da come starò fisicamente. Non vorrei mai essere un peso per la squadra». L’impressione è che intorno a Natale si possa arrivare a una decisione, che sul fronte del merchandising sarebbe quasi vantaggiosa, come la proprietà americana sa bene. Totti adesso guadagna circa 3,5 milioni netti, ma la sua immagine non sembra appannata dagli anni, tant’è vero che, nella Roma, la maglia numero dieci è più venduta di tutte le altre messe insieme.

NUOVO PRECARIO Di sicuro, però, la sua gestione cambierà. La prossima infatti, sarà la prima stagione da un ventennio a questa parte in cui Totti non partirà come sicuro titolare. La caccia ad un vero centravanti d’area infatti non è un mistero, anche perché l’attacco è stato proprio il reparto che nella scorsa stagione ha deluso di più. Vero che il capocannoniere stagionale è stato ancora una volta il numero dieci, ma il suo super-impiego nel cuore dell’annata a volte lo ha esposto a delle prestazioni non all’altezza del suo status. Il senso è chiaro: mai come ora Totti dovrà essere gestito al meglio. In fondo, tra Champions e campionato, ci sarà spazio per tutti.

QUOTA TRECENTO In attesa di conoscere il futuro, comunque, il capitano giallorosso punta gli ultimi record possibili della sua carriera. Non solo quelli legati alla fedeltà alla maglia, ma anche quelli sportivi. Primo fra tutti il traguardo dei 300 gol segnati in partite ufficiali con la maglia della Roma. Gliene manca soltanto uno; quanto basta per pregustare già una festa annunciata. La vera gioia però sarebbe altrove. Nella vittoria di un altro scudetto, ad esempio, anche se le parole di due giorni fa del d.s. Sabatini («Il nostro obiettivo non è lo scudetto») hanno gettato un po’ d’acqua sul fuoco dell’entusiasmo. Certo, la scaramanzia ha sempre il suo peso, ma se i romanisti volessero consolarsi, basti ricordare che Totti ha già un contratto di 6 anni come dirigente non appena deciderà di chiudere la carriera di calciatore, dicendo no anche alle sirene arabe e statunitensi. E chissà che un giorno non più così lontano, non toccherà a lui costruire una squadra vincente.

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