(B. Saccà) – Oggi, bravo ma spericolato. Domani, forse, spericolato ma bravo. Aleksandar Mitrovic è senz’altro uno dei talenti più brillanti del panorama europeo: classe ‘94, serbo di Smederevo, ha vinto gli Europei Under 19 nel 2013, un campionato belga e uno serbo, ha segnato in Champions contro il Borussia Dortmund e l’Arsenal, e ha firmato 47 gol nelle ultime tre stagioni, vissute con i colori dell’Anderlecht sulle spalle. Eppure… Eppure, spesso, Mitrovic perde il dominio sulla propria bravura e finisce col cadere nelle trappole dell’istinto. Qualche tempo fa, per dire, ha deciso di concedersi il privilegio di una cresta in testa e di qualche tatuaggio e subito tutti hanno cominciato a paragonarlo a Mario Balotelli. E non è stata una coincidenza, se è vero che Aleksandar veste la maglia numero 45, proprio quella preferita da Mario. Detto il «loco», ovvero il matto, o il «bad boy dei Balcani», Mitrovic già si è distinto per aver rimediato tre espulsioni, per essersi esibito in un’esultanza vagamente erotica e infine (al momento…) per aver sputato ad alcuni tifosi rivali durante una gara contro il Bruges. Squalificato per tre turni, si è comunque scusato tramite youtube.
COMPLIMENTI DI MOU – Il rovescio della medaglia è però un pieno di virtù. Centravanti di ruolo, un metro e 89 di altezza, 82 chili di peso, ambidestro e ottimo colpitore di testa, nel 2013 Mitrovic si è trasferito all’Anderlecht per 5 milioni, una cifra da primato in Belgio: a 18 anni è stato nominato come uno dei 10 migliori Under 19 europei e, nel 2013, ha ricevuto i complimenti di José Mourinho. Era il 6 settembre e la Serbia ospitava la Croazia al Marakana di Belgrado nelle qualificazioni mondiali: Mandzukic sbloccò e Mitrovic siglò il pari (1-1). «Aleksandar è stato il migliore», garantì Mourinho.