(L. De Cicco) – Con una settimana di ritardo rispetto ai tempi prefissati, il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle ieri è stato inviato dal Comune alla Regione. Ma è lo stesso Campidoglio ad ammettere che, nelle carte presentate da James Pallotta e dal costruttore Luca Parnasi, mancano dei pezzi. «Ci sono carenze dovute a una certa fretta nella fase finale», ha dovuto ammettere l’assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, che ha deciso di passare comunque la pratica alla Pisana, nonostante la Legge sugli stadi del 2014 preveda espressamente che, per approdare alla conferenza dei servizi decisiva in Regione, «i proponenti» abbiano l’obbligo di presentare al Comune il«progetto definitivo».
ATTI MANCANTI Nei sette scatoloni consegnati il 15 giugno scorso dai privati a Palazzo Senatorio mancavano invece tanti requisiti fondamentali per ottenere il “bollino” di progetto definitivo. Criteri difficilmente aggirabili, perché fissati dal Dpr 207 del 2010 e da una serie di delibere comunali. Nell’elenco degli elaborati consegnati manca per esempio il «computo metrico estimativo»delle opere pubbliche, un atto fondamentale perché quantifica tutti i lavori previsti, i materiali e i costi. Non figurerebbe neanche il piano particellare dei terreni dove dovrebbero essere realizzate le infrastrutture, i sondaggi geologici delle aree da espropriare (circa il 40% del totale), e il rapporto sul contenimento dei consumi energetici delle costruzioni private, previsto dalla delibera comunale 48 del 2006.
L’ESCAMOTAGE Pur di spedire il progetto in Regione, Caudo, grande sponsor di questa operazione calcistico-immobiliare, ha optato per un’escamotage: accompagnare le carte incomplete con una «relazione», elaborata dal gruppo di lavoro che ha esaminato il progetto, composto dai vertici di sei assessorati. Secondo Italia Nostra si tratterebbe di una forzatura. Per l’organizzazione ambientalista«è inaccettabile il metodo seguito per far approvare il progetto. Chiediamo ufficialmente al sindaco Marino e all’assessore alla Legalità Sabella come si può permettere di inviare in tutta fretta un progetto che ancora presenta criticità e carenze, senza neanche farle conoscere prima ai consiglieri comunali».
«ECOMOSTRO» Italia Nostra punta ancora il dito sulle criticità principali del progetto: dall’«Ecomostro» da quasi un milione di cubature che nascerebbe accanto allo stadio (e che rappresenta l’86% delle costruzioni) tutto destinato a opere che con lo sport non c’entrano nulla, come uffici, negozi e alberghi, al rischio idrogeologico dell’area dove dovrebbe essere realizzato «il nuovo pesantissimo insediamento». In attesa di risposte dal Comune, la prossima settimana la giunta regionale discuterà una memoria per organizzare i propri uffici e avviare la conferenza dei servizi. Solo dopo l’insediamento di questo organismo, scatteranno i 6 mesi di tempo entro cui la Pisana deve esprimere il suo parere sull’operazione. Poi, in caso di esito positivo, la palla tornerebbe in Comune per la firma della convenzione urbanistica.
LE INCOGNITE Sempre che non si muova prima la giustizia. La Procura ha già aperto unfascicolo e pochi giorni fa il Movimento 5 stelle ha annunciato un ricorso al Tar: «Nel progetto c’è solo l’interesse di alcuni privati ed è significativo il rischio che i costi lievitino inmodo spropositato pesando sulle tasche dei cittadini». Ieri i consiglieri regionali del M5S hanno chiesto di far passare il progetto «anche nella Commissione Urbanistica della Regione», perché sarebbe «l’unico iter trasparente. La fretta è però il peggior nemico del progetto perché impedirebbe l’avanzamento di proposte alternative».