(E. Menghi) Da Trigoria a Pinzolo, sei settimane dopo, Garcia riprende il discorso da dove l’aveva lasciato, restando coerente con le sue idee, ma addolcendo i termini che avevano fatto stizzire Pallotta. La Juventus da irraggiungibile diventa semplicemente «favorita», la Roma dal canto suo proverà a intraprendere la strada del Lille e a sovvertire i pronostici: «Mi auguro di rivivere qui quello che ho vissuto in Francia. Voglio vincere un trofeo con la Roma e dobbiamo essere pronti se il favorito molla. Ci servirà una stagione perfetta. L’obiettivo è qualificarci in Champions, sapendo che saremo outsider. Le ambizioni sono differenti dagli obiettivi. Siamo in fase di crescita e mi auguro che torneremo ad avere un gioco spettacolare, tenendo a mente che conta vincere». Nessuna traccia della parola scudetto, azzardata lo scorso anno in quello che alla resa dei conti è risultato un errore comunicativo grossolano. «Chi non fa niente non sbaglia mai, bisogna sbagliare il meno possibile quest’anno», è la lezione da cui riparte Rudi, che preferisce non rispondere alla domanda se ha mai pensato di andarsene. E non dice perché non ha partecipato al summit di Londra con il presidente e i dirigenti, nonostante fosse stato proprio lui a svelare l’esistenza dell’incontro.
Dalla Val Rendena fa sapere, anzi, che il rapporto con la società non si è incrinato e le scelte prese da Pallotta sono state condivise, o addirittura istigate da lui, che non si sente affatto depotenziato: «Avevo parlato con Jim a gennaio per migliorare squadra, strutture e personale. Norman è una persona di buonsenso. Chi c’è stato nel passato campionato (Rongoni, ndc) non deve aver fatto poi così male se siamo arrivati secondi. È la nostra scelta, la mia in particolare, abbiamo deciso di prendere persone di grande qualità che ci porteranno ad avere meno infortunati. Il nodo l’anno scorso è stato quello. Penso che le cose andranno meglio senza il Mondiale e la Coppa d’Africa».
Profili di alto livello serviranno anche in rosa: «Dzeko? Qualcuno arriverà. Non bisogna andare di fretta, posso assicurare che avremo una squadra competitiva: cerchiamo tre ruoli ben precisi». Ossia portiere, terzino sinistro e attaccante. A fine maggio Garcia aveva parlato di un’esigenza della società relativa al mercato, la necessità di vendere per poter investire i soldi nei nuovi acquisti, ma ieri si è rimangiato tutto: «Non ho mai parlato di giocatori che andranno via, ho detto che il gruppo è quasi lo stesso dello scorso anno. Io voglio tenere tutti i giocatori che sono con me. Romagnoli lo considero uno di noi, è importante. Per ora abbiamo preso Iago Falque, che mi piace molto. Lavoriamo sempre in sintonia con Pallotta e Sabatini». Il passato è meglio dimenticarlo, allora: «Se facciamo una conferenza stampa sull’anno scorso non serve a niente. Io non sono né più debole né più forte di prima, lavoriamo allo stesso modo, ognuno al suo posto. E il mio ruolo è portare i migliori risultati». Quello di Sabatini soddisfare le richieste dell’allenatore, per rendere la Juve un po’ meno irraggiungibile.