La messa al bando delle ‘terze partì viola diverse libertà fondamentali e norme dell’Ue, come la concorrenza e la libera circolazione di capitali e lavoratori. Lo sostiene Doyen Sports, fondo d’investimento anglo-maltese legato a vari calciatori e advisor del futuro socio del Milan, Bee Taechaubol, che oggi ha presentato un ricorso contro la circolare Fifa (in vigore da maggio) davanti al Tribunale di primo grado di Bruxelles, il cui responso è atteso il 24 luglio. Doyen Sports è assistita da Jean-Louis Dupont, l’avvocato della causa Bosman, secondo cui «è completamente sproporzionato e illegale proibire ai club di accedere a fonti di finanziamento per quella che alla fine è un’attività economica». «Siamo molto fieri di quanto abbiamo raggiunto nel calcio finora – dichiara Nelio Lucas, Ceo di Doyen Sports in una nota affidata all’ANSA -. Il nostro supporto a numerosi club li ha aiutati a competere ai massimi livelli mondiali. Guardate al Siviglia, che ha appena vinto la sua seconda Europa League di fila. La decisione della Fifa potrebbe avere un tragico effetto su club e le competizioni europei. Temo che questa decisione significhi che non avere più l’Atletico Madrid che rompe il duopolio in Spagna, o il Porto che regolarmente arriva nelle ultime fasi della Champions League». Lucas sottolinea che «il modello delle Third Party Investment assicura che i club siano interamente indipendenti e nelle decisioni sul trasferimento dei giocatori, e che i giocatori stessi abbiano l’ultima parola su dove vogliono giocare. Noi non abbiamo relazioni contrattuali con i calciatori, ci limitiamo a fornire prestiti, come fanno le banche, ai club. Per questo ci chiamiamo TPI e non TPO», ossia Third Party Ownership