La premiata coppia Pjanic-Dzeko fa crollare due tabù: la Juve che non mai perso le prime due partite di serie A e Rudi Garcia che non aveva mai battuto i bianconeri in campionato. È calcio d’agosto, ma questa volta conta: la Roma vola a +4 sulla grande rivale, che sembra più debole di prima non per la classifica, ma per la perdita di leadership. La Roma ha aggiunto Dzeko e Salah, la Juve (per adesso) piange le perdite di Pirlo, Tevez e Vidal. Il d.s. giallorosso Walter Sabatini gioca la sua carta prima del fischio d’inizio e toglie Iturbe dal mercato, in diretta tv ai microfoni di Mediaset: «Colgo l’occasione per scusarmi con i tifosi del Genoa: abbiamo messo Iturbe in una trattativa nell’ottica di farlo crescere. Poi, però, ho pensato che senza di lui ci saremmo indeboliti e non se ne è fatto più nulla. Ci aiuterà a vincere. Ibarbo? Sentiremo cosa ne pensa e decideremo insieme». La destinazione del colombiano è la Sampdoria.
Primo tempo tutto della Roma
Rudi Garcia, invece, sceglie De Rossi per fare il centrale di difesa, mandando in panchina Castan, che a Verona ha dimostrato che anche per un guerriero come lui la strada per recuperare dopo un’operazione al cervelletto è lunga e difficile. L’arbitro Rizzoli si trova già in grave difficoltà dopo soli 30”. Sorvola su una possibile carica di Dzeko su Chiellini – di quelle che in Inghilterra non fischiano mai e in Italia spesso – e poi non se la sente di fischiare un rigore, netto, per sgambetto di Mandzukic su Florenzi. Il primo tempo, episodio a parte, è saldamente in mano della Roma, che gioca costantemente nella metà campo juventina e crea due grandi occasioni in sessanta secondi: Dzeko non arriva per un soffio su verticalizzazione di Falque (23’) e Pjanic colpisce un palo clamoroso a Buffon strabattuto con un tiro dal limite (24’). La Juve non c’è proprio. Non è più la squadra di Pirlo, Vidal e soprattutto Tevez. Le manca come il pane Marchisio (Padoin regista è davvero poca cosa) e le forze fresche stanno in panchina (Alex Sandro e Cuadrado) o in infermeria (Khedira).