(C. Zucchelli) Un anno dopo, il vero ritorno di Leandro Castan. Era il 13 settembre del 2014 quando il brasiliano giocava l’ultima partita ufficiale: 45’ contro l’Empoli in coppia con Manolas, poi la sostituzione nell’intervallo per quello che tutti pensavano fosse il riacutizzarsi del problema muscolare che lo aveva tormentato in estate. In realtà, come si è scoperto mesi dopo, quel giorno cominciarono i primi giramenti di testa e cominciò quel calvario che, ufficialmente, terminerà domani: da Empoli a Verona, 11 mesi, una figlia e un’operazione dopo (per la rimozione di un cavernoma), Leandro Castan tornerà a scoprire l’effetto che fa. Tornerà a sentirsi calciatore vero perché un conto sono le amichevoli, per quando prestigiose, un conto è scendere in campo con i 3 punti in palio.
FEELING – Al suo fianco, come ad Empoli, avrà Manolas: la coppia che doveva garantire alla Roma sicurezza e prestazioni ci riprova un anno dopo quei 45’, con la consapevolezza che soltanto giocando si potranno affinare meccanismi e idee. Col Siviglia, Castan è andato quasi meglio del greco e per Garcia non poteva esserci notizia migliore. Perché Manolas è ormai diventato una sicurezza, Leandro invece ha praticamente dovuto imparare di nuovo a giocare a calcio. Logico, per uno che otto mesi fa faticava persino a camminare.
NIENTE PAURA – Adesso invece Castan non solo cammina, ma corre anche bene: atleticamente è pronto, i mesi passati ad allenarsi saltando anche le vacanze lo hanno aiutato a potenziare la muscolatura, il «guerriero», come lo chiamano i compagni, ha messo a posto il fisico e soprattutto la mente. Perché, dopo aver giocato 7 amichevoli nel precampionato, la paura è scomparsa: col Gyor, a Pinzolo, sembrava ancora impacciato e lontano parente di quel giocatore che con Benatia aveva costituito una coppia di ferro; col Siviglia all’Olimpico, messa da parte l’emozione, ha mostrato sicurezza e dinamismo.
TITOLARE – Durante questi mesi il suo atteggiamento e il lavoro sul campo hanno convinto la società a non intervenire in maniera pesante sul mercato: se non avesse dato le giuste garanzie, Sabatini, pur avendo sempre un occhio di riguardo per lui, avrebbe preso un centrale mancino già pronto, un giocatore da buttare subito nella mischia, in grado di fare il titolare già domani per la prima di campionato. Il rendimento di Castan, anche quando non è andato benissimo come a Lisbona, ha invece convinto il d.s. a puntare su giovani come Rüdiger e Gyomber (per quanto il tedesco, una volta superati i guai fisici, potrebbe giocare molte partite), dando massima fiducia al brasiliano e a Manolas. A loro, adesso, il compito di tenere in piedi un reparto che, almeno ai nastri di partenza, sembra meno completo degli altri due.