(M.Cecchini / A.Grandesso) – Nessuno poteva attendersi un bagno di folla in stile Dzeko, ma l’attesa che circonda Lucas Digne alla Roma è di quelle riservate agli uomini della assai laica provvidenza calcistica. Non a caso – prima delle visite mediche alla clinica Villa Stuart – ha fatto un blitz a Trigoria e ha già detto a compagni e allenatore un concetto chiaro: «Per me non è un passo indietro nella carriera perché sono qui per vincere». E si candida anche a giocare domenica.
ASCESA A 22 anni, Digne ha fretta. In poco più di tre stagioni è stato catapultato dalla provincia del calcio francese ai vertici di quello internazionale, con la maglia del Psg e della Francia di Deschamps che lo ha voluto al Mondiale. E anche se non ha mai fatto il titolare vero, né a Parigi né in Nazionale, Lucas crede con fermezza nel suo destino. Almeno quanto Rudi Garcia, suo padre spirituale che lo fece esordire in Ligue 1 nei minuti finali di un Lilla-St Etienne 3-0. Era il 28 gennaio 2012. L’inizio di un’ascesa da predestinato, frenata però dai vecchietti Maxwell e Evra.
GERARCHIE Il brasiliano avrebbe dovuto fargli da tata sulla fascia nel Psg, che scelse nel 2013, rinunciando alle «avance» di grandi club stranieri, dopo una stagione da «enfant prodige» nell’ultimo Lilla di Garcia, e un titolo di campione del Mondo Under 20, vinto con Pogba capitano. L’idea dei dirigenti parigini, che lo pagarono 15 milioni, era di farlo maturare per poi affidargli il ruolo. Progetto sostenuto anche da c.t. Dechamps che, per preparare il post Evra, lo ha sempre preferito a Kurzawa, forse più talentuoso, ma pure più scapestrato. L’antidivo Digne, che canta stonato e alle discoteche preferisce i viaggi sognando studi di giurisprudenza, non ha però scavalcato né l’ex nerazzurro né lo juventino nelle gerarchie di Psg e nazionale. Almeno per ora.
NASO RIFATTO Forse perché è andato tutto in fretta per il ragazzo di Meaux, a una cinquantina di chilometri ad est di Parigi, cresciuto tra l’Us Mareuil-sur-Ourcq e l’Us Crepy-en-Valois, prima di entrare nel centro di formazione del Lilla a 12 anni. Quasi per caso, visto che il club si era interessato al fratello Mathieu, di 4 anni più vecchio, ala sinistra, oggi infermiere. Lucas voleva l’Auxerre, ma poi la famiglia, sempre molto presente (ieri era con lui insieme a sua moglie), si trasferì a Lilla per evitare traumi affettivi ai due fratelli. E il neo-giallorosso così ha quasi completato gli studi. La maturità al liceo scientifico gli è sfuggita solo a causa del calcio, ma almeno tra i banchi di scuola ha conosciuto Tiziri che ha sposato a dicembre. Dopo essersi rifatto il naso. Non per farsi bello in tv, ma perché se l’era rotto due anni prima in allenamento .
LIMITI Allora, il suo tutore era Garcia che Digne considera un secondo padre. E che è stato fondamentale nella scelta della Roma. Il tecnico giallorosso a Lilla lo descriveva così: «Ha un bel piede sinistro, difende, attacca, corre tanto, impara presto». A Parigi però Digne non ha sfondato, anche se durante la preparazione si è rivisto il terzino di Lilla. Forse perché nell’aria c’era già l’idea di ritrovare il suo mentore, così diverso da Blanc con cui i rapporti sono gelidi da mesi. In ogni caso, Digne rivuole la Nazionale. L’ultima presenza è di novembre, dopo aver esordito a marzo. L’Europeo casalingo è lo sbocco inevitabile per un ragazzo cresciuto in fretta. La Roma, in questo senso, può aiutarlo davvero .