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GAZZETTA DELLO SPORT Protesti? Subito ammonito. E la squalifica si avvicina…

Totti De Rossi
Totti De Rossi

(F. Ceniti) Avviso ai naviganti, specie quelli abituati a galleggiare in un mare di cartellini gialli: se da un lato si è ammorbidita la regola che determina le squalifiche per il cumulo di ammonizioni (dalla A alla Serie D, nei prossimi campionati ce ne vorranno 5 per far saltare una gara ai giocatori), dall’altro sono in arrivo richieste precise da parte del designatore della A, Domenico Messina, che avranno un impatto notevole, aumentando sensibilmente il numero di gialli dell’intero campionato (sono stati 1841 nel torneo concluso a maggio, contro i 1762 del 2014 e i 1850 del 2014). Di che stiamo parlando? Di un vizio molto italiano: le proteste. Si torna alla tolleranza zero, perché questo chiedono Fifa e Uefa.

C’E’ SOLO IL CAPITANO Potrebbe sembrare un falso problema, ma non sarà così. Da noi i giocatori si sentono in dovere di contestare ogni decisione dell’arbitro. Praticamente se escludiamo il momento del sorteggio con la monetina per la scelta del campo, tutto quello che segue è sindacabile. Le immagini tv sono impietose: si discute in modo acceso per ogni rimessa laterale, figuriamoci per le cose più importanti. Nell’ultima stagione gli arbitri sono stati un po’ più severi, alzando spesso il cartellino a causa di proteste. E a volte mostrando anche il rosso diretto. Non è bastato. Le scene da far west con l’arbitro accerchiato dopo aver assegnato (o non) un rigore, sono la normalità. Ecco, il designatore Messina dirà chiaramente ai suoi arbitri nel ritiro di Sportilia (inizia dopodomani) di eseguire un giro di vite sulle proteste. Solo il capitano potrà chiedere spiegazioni e dovrà farlo usando il buon senso, senza gesti plateali. Altrimenti anche lui potrà essere sanzionato. I più esagitati rischiano il doppio giallo in pochi secondi oppure il rosso diretto. Ecco perché il nuovo conteggio sulle squalifiche (varato martedì scorso dal Consiglio federale) potrebbe essere bilanciato da un numero maggiore di cartellini distribuiti dagli arbitri.

ALL’ESTERO… Non solo, resta alta l’attenzione dei fischietti anche sul gioco violento: già nella passata stagione si è cercato di tutelare spettacolo e gambe dei giocatori con l’uso dei cartellini. Si può fare di più e anche su questo punto il designatore Messina (e lo stesso vale per Stefano Farina responsabile della Can B, da martedì ha riunito i suoi arbitri a Sportilia, e Danilo Giannoccaro a capo della Lega Pro, ritiro già finito e prime gare dirette in Coppa Italia) ha le idee chiare: ammonizione automatica su interventi pericolosi e rosso diretto per i falli violenti, pure quelli borderline. Insomma, meglio una espulsione in più che una in meno. Anche perché in ambito internazionale i parametri saranno gli stessi, meglio abituarsi. E su questo aspetto c’è da fare una riflessione: specie sulle proteste, i calciatori delle squadre italiane spesso cambiano atteggiamento nelle gare di Champions, Europa League e con le rispettive nazionali. Protestano molto di meno, evitano capannelli e rincorse agli arbitri. Questo perché sanno benissimo di non potersi permettersi comportamenti irrispettosi, pena una ammonizione pesante. In Italia le cose vanno diversamente e dopo qualche partita anche gli stranieri si adeguano all’andazzo generale. Dalla prossima stagione, però, le proteste non saranno più una (quasi) zona franca.

LA NUOVA REGOLA Ricordiamo per i più distratti come è cambiato l’articolo 19 comma 9 del Codice di Giustizia sportiva: niente più squalifica (un turno) per cumulo di ammonizioni dopo quattro gialli, ma ne serviranno cinque. E poi cambia anche la sequenza successiva: occorreranno altri cinque cartellini per un ulteriore fermo e poi ancora 5. Solo dopo si scende: quattro, tre, due e infine squalifica a ogni una sanzione. Nello scorso campionato il giocatore più «cattivo» è stato Juan Jesus (Inter) con 14 gialli costati 3 giornate di stop. Con il nuovo codice sarebbero state solo 2, ma la variabile proteste potrebbe colmare il gap.

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