(M. Iaria) In attesa di una nuova generazione di impianti che indirizzi l’Italia sulla scia di Germania e Inghilterra, le case della Serie A provano a darsi una rinfrescatina. Beninteso, la rivoluzione non è adesso, anche perché implicherebbe investimenti complessivi da centinaia di milioni che le nostre società non hanno né la voglia né la possibilità di attivare, nemmeno guardando ai 200 milioni in più a stagione derivanti dai contratti tv 2015-18. Tuttavia, un dato va pur sottolineato: su 16 stadi del massimo campionato ben 14 hanno appeso all’ingresso il cartello “lavori in corso”. Udine è un caso a parte: lì la rivoluzione si sta materializzando davvero, con la completa ristrutturazione da 50 milioni del Friuli che per l’inizio del 2016 sarà pronto. Terzo stadio di proprietà in Serie A dopo Juventus e Sassuolo (tramite Mapei), con lo stesso meccanismo dell’acquisizione del diritto di superficie per 99 anni adottato dal club di Agnelli. I cantieri aperti in queste settimane nelle altre città sono decisamente meno epocali, ma segnalano l’impegno delle società a rendere un po’ più vivibili gli impianti utilizzati in concessione. In alcuni casi, per la verità, è stata la Lega a imporre le migliorie elevando gli standard infrastrutturali (per esempio sull’illuminazione) ai fini della partecipazione al campionato.
RIZOLLATURE – Genova insegna: dopo anni e anni di figuracce per ogni schizzo d’acqua, la Lega ha obbligato Genoa e Sampdoria a rifare il manto erboso e si è assunta l’onere dei lavori (1 milione, poi caricati sui club) per evitare scherzi. Per la prima giornata il Ferraris avrà un campo nuovo di zecca con erba naturale mista rinforzata e un sistema innovativo di drenaggio e lampade fotosintetizzanti. Spiega Giovanni Castelli, agronomo della Lega: «Giro tutti i campi e devo dire che siamo soddisfatti dell’innalzamento della qualità che, oltre a far contente le tv, garantisce la giusta spettacolarità degli eventi. Negli ultimi anni sono state inserite prescrizioni sempre più ferree, come l’obbligo dell’impianto di riscaldamento dal Lazio in su. Il prossimo passo sarà impegnare le società in sede di iscrizione a rispettare parametri più dettagliati affinché il livello del manto erboso venga mantenuto adeguato per tutta la stagione dal punto di vista prestazionale, estetico e antinfortunistico». A Firenze, 25 anni dopo, è stato consegnato il nuovo campo del Franchi (180mila euro di spesa), che ha fatto bella mostra di sé nell’amichevole tra Fiorentina e Barcellona. A Napoli le condizioni del terreno del San Paolo non sono ottimali, a causa dei concerti: si sta lavorando per rimetterlo in sesto, con tanto di bonifica con metal detector. Manutenzione straordinaria e miglioramento del drenaggio al Castellani di Empoli, salto di qualità a Verona. In queste settimane il terreno del Bentegodi, rifatto l’anno scorso, è in incubazione: erba naturale rinforzata con tecnologia identica a quella di San Siro .
NEOPROMOSSE – Le due matricole Carpi e Frosinone si sono dovute attrezzare per partecipare al grande ballo. Il Carpi ha chiesto ospitalità a Modena sottoscrivendo un accordo biennale col Comune da 360 mila euro. Soldi che servono per adeguare il Braglia agli standard della Serie A: nuovo impianto di illuminazione e rifacimento del manto erboso in misto sintetico. Il Matusa ha richiesto interventi molto più massicci, tanto che l’amministrazione comunale e il club di Stirpe si stanno producendo in una corsa contro il tempo in vista del debutto del 23 agosto con il Torino: aumento della capienza a 10 mila posti, tetto minimo in base alla deroga del 2005; potenziamento dell’illuminazione; riqualificazione di sala stampa e spogliatoi; adeguamento alle norme sulla sicurezza con più videocamere e tornelli e l’allestimento della sala Gos (cioè la cabina di regia delle forze dell’ordine) .
HOSPITALITY – Una delle leve sottoutilizzate in Italia è rappresentata dai ricavi della clientela premium: si paga di più per avere più comfort e servizi. Gli oltre 40 milioni di introiti annui del Real Madrid sono una chimera per tutti, ma si può e si deve fare meglio. Atalanta e Bologna ci proveranno. Lo stadio Atleti Azzurri d’Italia è stato sottoposto a un rimaquillage delle tribune con l’eliminazione delle barriere, l’avvicinamento delle panchine e il miglioramento complessivo dell’area hospitality: investimento da 3,5 milioni. Anche il “salotto” del Dall’Ara si presenterà rinnovato con le terrazze che ospiteranno aziende e sponsor. Dai settori esclusivi a quelli popolari: mentre a Firenze si punta ad abbattere le barriere anche nelle curve, a Roma si va nella direzione opposta. La Prefettura, stanca dei soprusi di certe frange del tifo, ha ordinato la separazione delle curve dell’Olimpico e l’innalzamento dei divisori: lavori che dovranno essere ultimati per l’inizio del campionato. Come la mettiamo con l’Uefa che le barriere vuole abolirle?
UEFA – Chi deve ospitare appuntamenti europei sa che le normative di Nyon sono severissime. Il Mapei Stadium, in vista della finale di Champions femminile, deve per esempio installare 12 mila seggiolini nelle curve. Già da tempo il Meazza, teatro della finale di Champions 2016, sta cambiando pelle. Ma la vera sfida, per San Siro, sarà un’altra: quella di una ristrutturazione vera e propria che ringiovanisca la Scala del calcio e la renda profittevole. È, in fondo, la sfida di tutto il calcio italiano. Un conto sono gli interventi migliorativi di questa estate, un altro l’operazione-stadi che chissà quando scatterà. I plastici si sprecano, gli annunci pure. Aurelio De Laurentiis ha appena consegnato al Comune di Napoli il progetto per un nuovo San Paolo da 41 mila posti. Vedremo. Nel frattempo la Juventus sta per far partire i lavori alla Continassa: è la fase due del suo sviluppo immobiliare, a conferma di una leadership anche fuori dal campo.