(D. Stoppini) – Mica vero che non si sono mai incontrati. Estate 2012, in Spagna pure allora. Sì, ok, Ibiza non avrà il fascino monumentale del Camp Nou, ma vuoi mettere una foto ricordo insieme? La scena fu questa: Francesco Totti e Lionel Messi seduti in due tavoli diversi, nello stesso ristorante. L’argentino si gira, riconosce il collega, si alza e gli fa: «Ce la facciamo una foto?». Affare fatto. Sorrisi abbronzati, storie da numeri 10. Due campioni che stasera, in campo, si stringeranno la mano per la prima volta da avversari, se la fiera delle solite sostituzioni nelle amichevoli non toglierà il piacere di vederli regalare spettacolo contemporaneamente.
QUELLE MAGLIE Magari Leo e Francesco si scambieranno pure la maglia. E anche qui, non sarebbe la prima volta. Perché tra i due c’è una stima reciproca rafforzata da alcuni piccoli gesti che i campioni apprezzano. Come quelle «10» spedite da Roma in direzione Barcellona. Come la camiseta dell’Argentina, sempre 10 ovvio, che un giorno arrivò fin dentro l’armadietto di Francesco, a Trigoria. Stima discreta, mai invadente. Serve un altro esempio? Roba di poche settimane fa. Totti ha in casa uno dei milioni di fan al mondo di Messi. E allora la sorpresa dev’essere stata proprio bella per il figlio Cristian, perché papà Francesco a fine maggio ha organizzato un viaggio lampo a Barcellona, con tanto di visita guidata al Camp Nou. Da semplice padre appassionato, uno di quei giri che quotidianamente si fanno negli stadi più importanti d’Europa. Senza chiedere permessi speciali: visita guidata completa, anche qui con foto ricordo sulla Champions League, una di quelle alzate proprio da Messi. Certo, sarà sembrato strano agli addetti dello stadio veder transitare un turista così. Tanto che, nei giorni successivi, da Barcellona hanno fatto sapere che semmai ci sarà una prossima volta, Totti farà bene ad avvertire, così da ricevere un’attenzione particolare.
OBIETTIVO SEXTETE L’attenzione che stasera avrà pure Messi, dai suoi stessi tifosi. Il trofeo Gamper è un appuntamento storico, a Barcellona. Ma è anche l’ultimo test in attesa di due finali consecutive, le prime due coppe in palio della stagione che verrà. Leo punta al sextete , sei trofei in una stagione. Ci punta davvero. Per questo è tornato al lavoro 4 giorni in anticipo rispetto al rientro previsto dalle vacanze. L’11 agosto, a Tbilisi, c’è il Siviglia da stendere, un’altra coppa da alzare, prima della doppia finale con l’Athletic Bilbao. Messi stasera giocherà. Sul quanto, non è dato sapere. Ma almeno stavolta Luis Enrique non potrà lamentarsi di un ritorno troppo a ridosso di un match ufficiale, come quello del gennaio scorso che portò al grande strappo tra l’argentino e l’allenatore asturano.
FRANCESCO E DZEKO Strappi tra Totti e Rudi Garcia, invece, non se ne ricordano. Al massimo, la freddezza dopo qualche sostituzione di troppo, nello scorso campionato. Perché Francesco si sente ancora un calciatore al centro del progetto Roma, pure di una club che per la prima volta nella carriera di Francesco non mette il suo numero 10 tra i potenziali titolari della stagione. Arriva Dzeko al centro dell’attacco: «È un top player, ci aiuterebbe a vincere», ha detto Totti del bosniaco solo pochi giorni fa. Nel caso, anche grazie agli assist del capitano della Roma. Lui in persona. Quello che ai dirigenti giallorossi, nel pieno delle difficoltà della scorsa primavera, un giorno caldeggiò l’acquisto di un centravanti top, uno alla Higuain. Magari per tentare l’assalto a un’impresa mai riuscita a nessuno, con la maglia della Roma: vincere due scudetti.