Due partite, due sconfitte. È presto per dire che lo scudetto non è roba per lei, visto che siamo solo alla seconda giornata, ma la Juventus che cade all’Olimpico (2-1) e resta a zero punti fa un gran rumore. Mentre la Roma, che si gode i nuovi acquisti e un Pjanic versione Pirlo, rafforza la sua candidatura per il tricolore. In questo caldo di fine agosto, con le gambe appesantite dal caldo (temperatura oltre i 35 gradi e umidità alle stelle) e dalla preparazione ancora troppo vicina, quello che colpisce è l’arrendevolezza della Juve che si sveglia solo nel finale, quando in dieci (rosso ad Evra) è anche più difficile rimontare. La Roma invece deve meditare sulle occasioni sprecate e suoi rischi corsi nel finale.
RITMI BASSI — Partita brutta nel primo tempo che si accende nella ripresa grazie ai tre gol e all’espulsione. La Roma aveva illuso i quasi sessantamila dell’Olimpico con una partenza incalzante, invece sono stati i giallorossi ad adeguarsi all’andamento lento della Juve, che senza gente capace di giocare la palla in mezzo al campo (Padoin ancora al posto di Marchisio) e con Pogba in versione “normal” sceglie di aspettare e ripartire. L’idea è quella di far impostare Bonucci, ma la manovra in realtà è inesistente e i palloni toccati dalle punte si contano sulle dita di una mano. Non a caso non succedeva dal 2004-05 che la Juve non chiudesse il primo tempo con un solo tiro.