(A. Angeloni) – Chissà che cosa avrà pensato Edin Dzeko quando gli hanno comunicato che, nell’As Roma store posizionato fuori dallo stadio Olimpico, le sue maglie sono andate a ruba e che tanta gente se n’è andata a casa con la testa bassa e senza la sua numero 9 in mano. E’ il segnale che questo calciatore venuto dalla Bosnia (via Manchester) è entrato subito nel cuore della gente, di tanti bambini ai quali, magari, hanno raccontato le gesta di Batistuta e quello scudetto del 2001, ormai lontano. Fin troppo. E chissà che avranno pensato quelli che hanno ricordato che l’arma di Sabatini per l’acquisto di Edin si chiama Miralem Pjanic, cioè quello che tanti hanno insultato non più di quattro mesi fa, quando le cose non andavano bene e la colpa era di tutti, anche di Mire. Edin e Mire insieme per far vincere la Roma, il progetto. Per farle alzare un trofeo, questo è il sogno di questa strana coppia venuta dalla Bosnia, sì anche Pjanic arriva da lì, ma senza essere passato da Manchester. Anzi, il numero 15 a Roma ha piantato le tende, è l’unico superstite (e questa è una notizia enorme visto come funziona – giustamente o no non ha importanza – a Trigoria da cinque anni a questa parte). Far vincere un trofeo, no, non andiamo troppo in là con i sogni. Oggi c’è una realtà da seguire: la Roma, per la prima volta in campionato con Rudi Garcia in panchina, ha battuto la Juventus per due a uno. E i gol, uno per parte: 1-0 gol di Mire, 2-0 rete di Edin. Delitto perfetto. Pjanic corre verso la Sud e abbraccia quella gente “divisa” nei corpi ma non nello spirito, Dzeko comincia a correre fino al vetro, stile Bruno Conti anni ’80. Una bella storia di amicizia e di gol. Uno un mago, l’altro un bomber gentile.
MAGIA NUMERO 8 – Pjanic è ripartito con le migliori intenzioni, ha dimenticato la contestazione e affogato la sua voglia di abbandonare tutto. Oggi festeggia la sua rete numero 18, l’ottava su punizione (solo Pirlo, con 12, e Lodi, con 9, dal 2011 hanno fatto meglio). Questo è tanto altro nella sfida contro la Juve: un palo, un’apertura intelligente per Iago Falque, poi appunto, la magia da fermo. Ora tutti a chiedersi: durerà? Perché questo è sempre stato il limite di Pjanic: la continuità non è il suo forte. Ma ora sta bene, crede che la stagione potrà portare soddisfazioni e in più, al suo fianco gioca il suo amico Edin. Tutto lascia pensare/sperare che vedremo spesso un Pjanic così.
HA CAPITO TUTTO – Edin fa gol (e non solo), esulta come un bambino e nelle interviste mostra subito di avere la testa sulle spalle. Eccolo. «Sono molto soddisfatto per la prestazione e per la vittoria. Il mio gol? I tifosi devono essere felici perché la squadra gioca bene, non perché segno io. Certo, per me poi è una cosa importante aver realizzato il mio primo gol della stagione. Ora concentrati sulla prossima partita. Se non battiamo il Frosinone i tre punti presi con la Juve non serviranno a nulla». Complimenti. Evidentemente qualcuno, forse proprio Pjanic, gli avrà detto che da queste parti si fa presto a volare alto e senza motivo. E se uno sarà d’aiuto all’altro, sia in campo sia fuori, allora Garcia potrà stare tranquillo.