(A. Angeloni) – Rudi Garcia non fa altro che ripetere: «Mi manca un centrale e un terzino». Dal problema alla soluzione: comprare un centrale e un terzino. Prima possibile. E questo succederà, anche se siamo in ritardo, perché la stagione è cominciata e i punti che si perdono ora sono come quelli che si perdono alla fine. Ciò che salta all’occhio è che il problema non è contingente, è strutturale. Tutti, non solo l’allenatore della Roma, sapevano. Possibile che non lo sapesse Sabatini, che è l’uomo mercato della Roma? Impossibile. Da quando si sono aperte le trattative era noto come una priorità fosse l’uomo di fascia, e ci teniamo bassi. Perché di giocatori in grado di giocare sugli esterni bassi, ne servono più di uno. Uno è la toppa, non la soluzione. A Garcia non bastano Emerson Palmieri e Gyomber come riserve. Parliamo di due calciatori che hanno giocato nel campionato italiano e le loro prestazioni non hanno certo colpito nessuno. Ma Garcia non ama scommettere. Vuole certezze.
CUOR DI LEO La società e il tecnico hanno avuto tanta fiducia in Castan. Legittima, perché Leo si è applicato, mostrando progressi luccicanti. A Verona, Garcia si è accorto che «non è al cento per cento». Non poteva esserlo, perché vivere una partita ufficiale (e con tutte quelle palle alte…) per uno che ha vissuto quello che ha vissuto e che manca dal campo da un anno, non è facile. A volte il cuore non basta. Ci vuole tempo. Leo per primo vuole tornare a essere quello di prima e in più deve affilare l’intesa con Manolas.
INFERMERIA CENTRALE Per adesso il brasiliano è indietro, normale che sia così. Il problema è che il suo vice, Ruediger, è l’altro è Gyomber, aperta e chiusa parentesi, chi lo ha visto da vicino a Catania, non è che ne parli benissimo. Ma qui siamo ai pareri personali, nulla di più. Ricapitolando, al centro la coperta è corta, con Manolas che dopo un po’ va in bambola, mentre sugli esterni la coperta non c’è proprio. A Verona i due laterali erano “adattati”: Florenzi e Torosidis. Il primo al di là delle frasi di circostanza («questo ruolo mi piace tantissimo»), là dietro soffre, mentre va meglio quando lascia i compiti difensivi. E Toro? Dignitosissimo, ma a Verona commette un errore che uno di ruolo, forse, non commette. La classica diagonale, vedi manuale del calcio. E adesso c’è la Juve: Dybala, Mandzukic, poi Evra, Lichtsteiner, addirittura Cuadrado. Ecco, quel quartetto visto a Verona rischia di andare in sofferenza. E’ vero che manca una settimana e la condizione fisica può essere migliorata; è vero pure che quando si giocherà con i bianconeri il mercato sarà praticamente finito e qualcuno a dare una mano sarà pure arrivato. Non resta che aspettare. Un quartetto difensivo da scudetto non può essere composto da giocatori fuori ruolo, da altri in fase di recupero. E meno male che c’è il portiere bravo, uno dice. Era bravo pure De Sanctis, ma in assoluto, il numero uno di una squadra che vuole vincere, prende due tiri in porta ogni due/tre partite, non otto in una. E per ora non è così. E la colpa, questo va sottolineato, non è certo solo della difesa.